by Sergio Segio | 13 Marzo 2013 11:08
BUDAPEST. Quando si parla di dittature o regimi autoritari in Europa, vengono in mente nomi come Getsapo (la polizia segreta di Hitler), l’Nkvd nell’Urss (in seguito Kgb), oppure l’Ovra di mussoliniana memoria o la Stasi della Germania dell’Est o la Securitate di Ceausescu. Nomi, sigle e uomini che hanno scritto pagine di orrore e persecuzione nella storia del vecchio continente. E se qualcuno vi dicesse che in uno dei Paesi della nuova Europa a 27 c’è qualcosa di simile?
Si chiama Terrorelhà¡ràtà¡si Kà¶zpont (Tek) ed è l’unità d’élite dell’antiterrorismo ungherese. È stata creata nel 2010 dal primo ministro Viktor Orban per proteggere il presidente della Repubblica, il premier e prevenire atti di terrorismo. Tek è sotto il comando diretto del ministro degli interni e del primo ministro, a cui spetta la nomina del capo (l’attuale comandante, Janos Hajdu, era la sua ex guardia del corpo).
I poteri di Tek sono illimitati. Può infatti operare sia in modalità «polizia» che in «modalità » servizi segreti. Gli agenti dell’antiterrorismo ungherese possono spiare ed entrare nelle case di tutti senza un mandato giudiziario, basta l’avallo del ministro della giustizia o quello degli interni.
Quando la incontriamo nel suo ufficio, approfittiamo del tempo che ci concede per parlare anche di questo con Agnes Vadai, capogruppo alla camera del partito di opposizione Coalizione democratica (Dk). «Tek è diventata una sorta di esercito personale del primo ministro e il vero peccato originale commesso da Orban è stato quello di mettere alla guida di questo reparto speciale, il capo delle sue guardie del corpo private. Un tipo il cui atteggiamento somiglia tanto a un mix tra Schwarzenegger e Silvester Stallone». A cosa serve veramente questa unità ? «Non ho mai visto in giro per il mondo un’agenzia governativa dell’antiterrorismo convocare ogni settimana una conferenza stampa per elencare i propri successi. In Ungheria il signor Hajdu è sempre in tv a dare interviste il cui beneficiario è solamente il suo ego. Tutto ciò è ridicolo. Ed è ridicolo anche il modo in cui portano a termine le operazioni. Alcuni poliziotti mi hanno raccontato che ogni qualvolta si presenta la possibilità si arrestare qualcuno del narcotraffico o della malavita locale, sono obbligati a chiamare Tek che, con tanto di telecamere al seguito, si prendono il merito del successo. Tutto questo crea tensione anche all’interno della polizia, che mal digerisce il ruolo di prima donna interpretato da Tek». Pensa di essere intercettata? «Non so se il mio cellulare è sotto controllo e nemmeno se i membri dell’opposizione sono controllati. Corrono strane voci in parlamento e se ciò venisse fuori, ci sarebbe un grande scandalo». Quello che mi ha più colpito è che Tek può raccogliere i dati sensibili di una determinata persona anche quando non risulta essere sotto inchiesta e senza un mandato giudiziario. Anzi, è un preciso obbligo delle compagnie pubbliche e private (pensioni, sanità , assicurazioni, fondi d’investimento, banche, internet providers) fornire i dati se Tek li richiede. «Non sono affatto sorpresa di questo. È il metodo adottato da questo governo quello di raccogliere dati e creare liste di proscrizione, è nella natura di Orban. Ne abbiamo avuto già una prova nel 2010 quando cacciò dall’amministrazione pubblica un numero cospicuo di impiegati e dirigenti a lui non graditi».
Ma l’opinione pubblica cosa dice, gli ungheresi cosa dicono? «La gente ha paura, è questa la verità . Ha paura di parlare contro il governo, ha paura di finire in una lista nera e perdere il lavoro». A proposito, sta nascendo pure un corpo speciale per la difesa del parlamento il cui comandante in capo è il presidente del parlamento stesso. I poteri attribuiti a questo corpo sono i medesimi di quelli attribuiti a Tek. Sarà la prima guardia parlamentare europea ad avere il potere di sfondare la porta di un privato cittadino, senza mandato, per proteggere le prerogative del parlamento.
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