Sul blog va in diretta la spaccatura Scoppia il caso del commento «sparito»
Li hanno proprio fatti sparire, certi commenti. Ci sono le prove.
Ma andiamo con ordine, perché la Rete, Web, Internet, è ancora per molti un mondo pieno di ombre, di mistero.
Ricostruiamo allora fatti, circostanze, cronologie.
E partiamo dalle 23.02 di sabato. Da quando Grillo pubblica sul suo blog, e in automatico anche su Twitter e su Facebook, il commento a quanto è accaduto poche ore prima al Senato, dove una dozzina di suoi parlamentari ha votato a favore di Pietro Grasso, consentendone l’elezione a presidente.
L’ordine di Grillo e Casaleggio, fatto pervenire al capogruppo Vito Crimi, era stato esplicito: «Votate scheda bianca». Crimi però non riesce a convincere i suoi, che decidono secondo coscienza. Un atto sorprendente, inatteso, con dentro un mucchio di cose: ribellione, libertà di pensiero, autonomia di voto, appoggio esplicito al Pd.
Grillo si prende giusto il tempo di riordinare le idee, poi va giù durissimo. Il succo del suo messaggio è questo: il voto segreto non ha senso, non permette trasparenza, e per questo voglio che ciascun senatore dichiari per chi ha votato; nel codice di «comportamento» del M5S è scritto che le votazioni in aula si decidono a maggioranza, è un obbligo, e chi si è sottratto a quest’obbligo, spero ne tragga le dovute conseguenze, e si dimetta.
È più di un commento: è un colpo di frusta.
Nella notte e finché non albeggia su domenica, e poi anche durante la mattinata, i militanti del Movimento leggono e, sul blog del comico genovese, dopo aver letto, aggiungono il loro parere. Alle 14, per capirci, siamo a oltre 7.500 interventi. Una roba pazzesca. Che, però, non è per Grillo la solita sinfonia di consensi ed evviva. Proprio no.
La maggior parte dei militanti sono infatti assai critici con i toni usati da Grillo. L’idea di aver contribuito ad eleggere una personalità come Grasso è piaciuta a tanti; molti suggeriscono che adesso il M5S debba partecipare alla nascita di un governo solido; coloro che condannano i parlamentari dissidenti sono la minoranza, anche se resiste — ovviamente — un robusto zoccolo duro che approva l’intransigenza del leader.
Fin qui, ci sarebbe già molto materiale su cui riflettere. Ma, ad un certo punto, a metà mattina, succede qualcosa di strano.
Sparisce il commento di un certo Ferdinand Bardamu (pseudonimo ispirato alla figura dell’antieroe inventata da Louis Ferdinand Céline) che, fino a quel momento, era stato il commento che aveva raccolto il maggior numero di preferenze, 250 (sui blog, funziona così: se quello che leggi ti piace, non solo puoi commentarlo a tua volta, ma puoi anche semplicemente cliccare e dire che lo apprezzi).
Cosa diceva il commento di Ferdinand Bardamu?
Leggete qui (su Internet, scrivere usando lettere maiuscole equivale a lanciare un allarme): «Questo movimento per cui ho votato alle ultime elezioni NON MI RAPPRESENTA PIU’. Questo ultimo post rivela la SVOLTA AUTORITARIA del M5S. SE, TRA GRASSO E SCHIFANI, per i deliri di onnipotenza di GRILLO E CASALEGGIO e PER IL VERGOGNOSO CALCOLO DEL “TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO” caldeggiato dai pazzi e dai fanatici che ormai qua sono la maggioranza, il movimento avesse permesso l’ELEZIONE DI SCHIFANI, allora davvero nulla avrebbe più senso. INVITO I SENATORI DEL M5S che hanno AVUTO IL CORAGGIO E LA SERIETA’ DI RIBELLARSI ai diktat vergognosi di GRILLO e ai SUOI DELIRI DI ONNIPOTENZA, a TENERE DURO».
Sparito.
Molto duro, molto apprezzato, questo commento: ma sparito.
Se ne accorge Dario Raimo, da Napoli, che scrive: «Censura sul blog? Vogliamo sapere! Uno vale uno ma chi detiene il blog (cioè Grillo) quanto vale?». E poi: «È successo un fatto estremamente grave che esprime il vero volto di chi detiene questo blog… stamattina, il commento più votato era questo… ma è stato rimosso».
Alle 13.27, interviene anche Marco B. «Complimenti Grillo per la tua serietà a dire grandi ed enormi cazzate. La smetti di pubblicare cialtronaggini? La gente vuole risposte. Ah, mi raccomando… non eliminare i post a te scomodi come hai già fatto».
Il mistero è autentico. E, di ora in ora, si infittisce. Alle ore 14, infatti, sul blog di Grillo sono accessibili 21 pagine di commenti, e considerato che ciascuna ne contiene 250, siamo a 5.250: ma se il totale dei commenti era di oltre 7.500, al saldo ne mancano almeno 2.000. Erano ostili, critici, polemici? Sono stati cancellati come quello di Ferdinand Bardamu?
Beppe Grillo prova a cambiare discorso.
E sul suo blog pubblica una nuova riflessione: stavolta affronta il tema del Quirinale. Titola: «D’Alema presidente della Repubblica?». Le ultime tre righe sono pesanti: «La candidatura di D’Alema — scrive il comico genovese — sarebbe irricevibile dall’opinione pubblica. Un fiammifero in un pagliaio. Il Paese non reggerebbe a sette anni di inciucio».
Ma cosa fanno i militanti? Restano sulla vecchia polemica.
Marco Blasi, ore 14.56: «Chi credi di essere? Hai inventato il M5S, e allora? Siamo noi ad aver votato. Non puoi dettare legge!». Marta Losi, 14.57: «Sei grande, Beppe. Avanti così contro i traditori». Filippo Cannizzaro, ore 14.59: «Beppe, lasciali lavorare. C’è bisogno di un governo. Non puoi sempre stare alla finestra».
C’è un clima pesante, ci sono toni, ci sono parole e ragionamenti che mai s’erano letti finora su quel blog (e non è una sensazione esclusiva, perché potete andare a verificare anche voi, e farvi un’idea).
Non basta: l’ondata di dissenso monta pure su Facebook e su Twitter.
Su Face, sotto il post in cui Grillo bacchettava i suoi senatori dissidenti, ci sono 13.358 «mi piace», ma anche 16.986 «commenti».
In successione. Annamaria Savo: «Ai senatori del M5S, grazie! E ora avanti, ci serve un governo». Lui Luigi: «Beppe Bravo, via chi tradisce gli elettori». Alessandra Estatico: «Forse invece di seguitare a sbraitare… dovresti pensare al Paese». Fededanyritamarco Bua: «Sono una grillina. Penso che Grasso sia una brava persona».
Su Twitter, Grillo è «seguito» da 1.102.650 persone. E però, anche qui, il consenso non è più bulgaro, le critiche si susseguono, il dubbio s’insinua, e c’è @Johnny Palomba che scrive: «Grillo, arimettete er cappuccio».
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