Sanità e tangenti, altri sette arresti in Lombardia
MILANO — Le elezioni erano ormai alle porte ma in Lombardia, nonostante gli scandali e le inchieste, il sistema degli appalti per la sanità funzionava ancora a suon di tangenti. Il dato, clamoroso, emerge dall’operazione della Direzione investigativa antimafia che ieri ha portato all’arresto di sette persone, tra le quali l’ex consigliere regionale di Forza Italia Massimo Guarischi, vicinissimo all’ex governatore Roberto Formigoni e già condannato nel 2009 in via definitiva a cinque anni di carcere per le tangenti del dopo alluvione in Lombardia. In manette, su richiesta dei pm Claudio Gittardi e Antonio D’Alessio, anche l’ex direttore del quotidiano “La Padania”, Leonardo Boriani, e tre imprenditori della sanità , Giuseppe Lo Presti e i due figli Salvo Massimiliano e Gianluca. Sarebbero stati loro a corrompere — con l’intermediazione di Guarischi e Boriani — i due manager pubblici Pierluigi Sbardolini e Luigi Gianola per ottenere appalti milionari. Coinvolti altri venti dirigenti sanitari indagati — tra i quali l’ex direttore generale della Sanità Carlo Lucchina — i cui uffici ieri sono stati perquisiti. Un «sistema delle forniture opaco» — come lo definisce il colonnello Alfonso Di Vita — nel quale è centrale la figura di Guarischi, accusato di «influire sul contenuto e sui tempi degli atti discrezionali assunti in sede di Giunta regionale » per i finanziamenti da far arrivare, attraverso gli ospedali, alle società .
IL CONVITATO DI PIETRA
Il nome del neosenatore del Pdl Roberto Formigoni non viene mai citato nell’ordinanza, ma il suo coinvolgimento appare diretto. È l’ex governatore (non indagato), che Guarischi incontra dopo aver ritirato il 2 agosto scorso la seconda tranche di una mazzetta complessiva da 85 mila euro per lo sblocco di un appalto regionale. «Sono dal presidente», garantisce Guarischi intercettato alla cornetta con la figlia. E seguono telefonate al segretario personale dell’ex governatore per fissare altri appuntamenti. Quando le società ottengono l’appalto tanto desiderato, chiedono pure se «i pubblici ufficiali sono soddisfatti (della mazzetta, ndr)». E ricevono da Guarischi, ricorda il gip, «risposta affermativa». Che l’ex rappresentante di Forza Italia fosse un habitué in Regione, lo dimostrano tantissimi tasselli: la sua segretaria risulta essere dipendente del Pirellone, la sorella di Guarischi ha «ricevuto diversi incarichi dal presidente per consulenze in materia di difesa dei consumatori». E che Formigoni non avesse problemi nel frequentare un pregiudicato, lo dimostra il fatto che solo il 31 gennaio scorso, da quanto riscontrato dalla Dia, era a cena al ristorante “il Pirandello” di Milano, proprio con Guarischi e «un gruppo di dirigenti regionali».
IL MECCANISMO
Tra il 26 e il 28 luglio scorso, Salvo Lo Presti e Carlo Barbieri, due manager medicali coinvolti nell’inchiesta, fanno rientrare dall’estero 120 mila euro. «Almeno 85 mila euro lo Presti li consegna a Guarischi nella sua abitazione in due occasioni. Ufficialmente il denaro è il compenso per l’attività di consulenza che Guarischi effettua per le società riconducibili a Lo Presti, ma per l’accusa i contributi risultano «esorbitanti», rispetto all’effettivo ruolo. Questi soldi, per l’accusa, sono destinati «non solo a favorire atteggiamenti preferenziali verso la società Hermex Italia da parte di responsabili di istituti ospedalieri, ma anche per ottenere informazioni per condizionare i tempi di scelte regionali e in particolare per l’erogazione di finanziamenti della giunta per la successiva acquisizione di apparecchiature da parte di singole aziende ospedaliere».
IL 20 PER CENTO
Lo Presti padre parla invece di 500mila euro da versare al direttore generale di Sondrio Luigi Gianola come «spesa viva» da «spalmare negli anni», tenendone conto nella ripartizione degli utili con le altre aziende partecipanti all’associazione temporanea di imprese. Con molto senso pratico, la mazzetta viene dunque contabilizzata. Ma per questo, in caso di aggiudicazione dovranno «spuntare un venti per cento in più… «per giustificare un’operazione commerciale».
DALLA PADANIA ALLE MAZZETTE
A fare da intermediario tra Lo Presti e Gianola è l’ex direttore de “La Padania” Leonardo Boriani. Ad agosto del 2012 «Gianola — scrive il gip Roberto Antezza — avanza tramite Boriani un’ulteriore richiesta di denaro agli imprenditori in vista di spese da affrontare per l’imminente periodo estivo». Dice Boriani a Lo Presti: «Mi ha fatto una strana richiestina che ti mando via messaggino… «. Poi commenta: «Gianola abbiam comprato!»
LE VACANZE
In questa ragnatela di intermediari, il più vicino di tutti al potere è Guarischi, amico personale di Roberto Formigoni. Come si intuisce da alcuni passaggi delle indagini sul caso Maugeri, l’ex consigliere, dopo l’arresto di Pierangelo Daccò sembra svolgere, nei confronti del governatore, un ruolo simile a quello del faccendiere, organizzandogli safari in Sudafrica e viaggi in barca in Croazia tra il 2011 e il 2012. Il senatore Pdl smentisce — «Non ho mai avuto bisogno di organizzatori » — ammettendo, però, di aver trascorso vacanze con l’ex consigliere arrestato.
Related Articles
La nuova partita dei cattolici laici
Così Bagnasco vede «l’incubazione» di un’entità che «interloquirà » con la politica
Più denaro, meno parole è ora di voltare pagina
La ricetta di Salvatore Settis, ex presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali
I PECCATI DELLE à‰LITE
Il Cavaliere tenta di imitare Craxi l’Italia rischia la nuova Tangentopoli Avvisi di garanzia a raffica e arresti quotidiani come nel ’92
QUATTRO arresti in un giorno solo. Avvisi di garanzia a raffica, con capi d’imputazione che si moltiplicano. Scandali a pioggia, nelle ex partecipazioni statali e nella finanza privata. Come la Prima, anche la Seconda Repubblica muore sotto i colpi delle inchieste giudiziarie.