“Programmati per autodistruggersi” la vita breve di cellulari e lavatrici

Loading

BERLINO. LA LAVATRICE non gira più, la tv non rende più fedelmente i colori nelle immagini, o all’improvviso lo schermo resta buio. La lavastoviglie sbaglia i programmi o perde acqua, il frigorifero s’inceppa. E in ogni caso del genere il tecnico, chiamato d’urgenza, scuote la testa: «Che vuole, non è più in garanzia».
DITE la verità , a quanti di voi è già  successo? E quante volte avete avuto il sospetto che elettrodomestici o altri oggetti d’uso quotidiano (magari anche diverse auto di massa) siano prodotti per rompersi apposta allo scadere della garanzia? Il peggio viene poi dalla successiva osservazione del tecnico o meccanico: «Non le conviene riparare, costa troppo, meglio comprarne uno nuovo». Ora uno studio commissionato dai Verdi tedeschi a scienziati ed economisti per la prima volta dice che purtroppo abbiamo ragione: il principio si chiama “obsolescenza programmata”. Serve a produrre e vendere di più. Pazienza se solo nella Repubblica federale, in qualche anno, lo scherzetto è costato 100 miliardi agli ignari consumatori.
L’idea di indagare è venuta al gruppo parlamentare degli ecologisti. Un esperto, Stephan Schridde, e il professor Christian Kleiss della facoltà  di Economia di Aalen, si sono messi al lavoro studiando una ventina di elettrodomestici e altri prodotti di largo consumo. I risultati sono scoraggianti. Per noi consumatori almeno, non per
chi produce e vende di più.
È un vecchio trucco, l’obsolescenza programmata, dice il rapporto. L’associazione dei produttori di elettrodomestici di qui replica che «se fosse così i consumatori cambierebbero subito marca, e le aziende si rovinerebbero ». Ma già  nel 1924 i produttori di lampadine conclusero un accordo segreto: produrle perché durassero non più di mille ore. Decenni dopo furono scoperti, ma il divieto di limitarne la vita non è stato mai applicato davvero.
E che dire della tv, davanti a cui ci sediamo ogni sera? Oggi si possono acquistare splendidi televisori ultrapiatti, con telecomandi con mille funzioni e l’allaccio a internet. Peccato che spesso all’interno abbiano condensatori elettrolitici di scarsa qualità , che non vivono molto più della garanzia. Un altro caso storico di complotto ai danni del consumatore avvenne con le calze di nylon: quando furono lanciate sul mercato nel 1940 erano così robuste che l’industria subì un crollo nelle vendite, duravano troppo. I produttori allora si accordarono: modificarono la fibra, e ne misero a punto una più fragile.
Torniamo agli elettrodomestici. Senza lavatrici o lavastoviglie, la vita quotidiana d’una famiglia sarebbe un inferno, è vero.
Pochi sanno però che la loro durata media è crollata, dai dodici anni del 1998 ai sei anni e mezzo attuali, che scendono addirittura a tre anni appena
per i prodotti più economici. In spazzolini da denti elettrici, mixer, frullatori, le ruote dentate che li muovono sono troppo fragili per durare quanto vorremmo.
Ma anche i nuovi strumenti della comunicazione mobile, dall’iPod a diversi smartphone, a computer portatili si sono attirati proteste e, negli Usa, anche una class action. Perché le loro batterie non sono sostituibili, al contrario di quanto avviene nei cellulari tradizionali, quindi quando si scaricano bisogna mettere mano al portafogli. Ripararli è impossibile, o troppo difficile e costoso.
Una scelta strategica, dunque. «L’obiettivo è la massimizzazione della rendita di capitale », afferma Stefan Schridde. E lo studio scritto a quattro mani con Kreiss sottolinea: poiché aumenta le vendite, “la strategia del deterioramento della qualità  dei prodotti viene alla fine premiata dall’aumento degli utili”. Viva chi vende, tanto peggio per chi compra e deve presto ricomprare. Di economia ecologica e sostenibile poi neanche a parlarne.


Related Articles

Le mani delle ‘ndrine sull’acqua calabrese

Loading

Calabria. Malavitosi, politici, bancari e imprenditori uniti per accedere ai contributi pubblici sulle fonti rinnovabili. Come la ‘ndrangheta è tornata a investire sulle centrali idroelettriche abbandonate

Due società  costituite per ristrutturare e gestire l’impianto di Bivongi. Nel mirino anche i contributi per l’eolico

Transizione ecologica e PNRR, un bilancio tutto negativo

Loading

Nuove energie, biodiversità, plastica, economia circolare. La crisi climatica può attendere. Bilancio di Greenpeace, Wwf, e Legambiente sulle azioni del super-ministro Cingolani

Germania. Friday for Future batte il governo, per l’Alta Corte «Legge sul clima da rifare»

Loading

Un anno e otto mesi di tempo al governo federale per cambiare l’attuale legge sul Clima «perché una generazione non

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment