Pace, amore e musica del diavolo

Loading

Le date contano: questo Armageddon Rag di George R. R. Martin (tradotto ora in Italia da Gargoyle, pp. 478, 16,50) uscì in America trent’anni fa, nel 1983. Che vuol dire a metà  del primo mandato di Ronald Reagan: contrapposizione dura all’Urss (l’«Impero del Male»), liberismo e deregulation, attacco frontale contro i sindacati e le leggi progressiste. Anche la musica, in quegli anni, si allinea allo spirito del tempo: Travolta (Stayin’ Alive) officia i riti della discomusic, Madonna sta iniziando la sua non resistibile ascesa, Michael Jackson (Thriller, Billie Jean) viene premiato da Reagan per il sostegno alla lotta contro la droga. Naturale che chi aveva 20 anni ai tempi di Woodstock guardasse con disgusto allo stato delle cose (e della musica). Rimpiangendo le stagioni del rock duro e del radicalismo politico.

Proprio a questo passato, sintetizzato nella lunga dedica ad apertura di libro («Ai Beatles, agli Airplanes e agli Spoonful e ai Dead, a Simon & Garfunkel, Joplin e Hendrix…»), e al sogno di un impossibile ritorno all’indietro nel tempo («Those were the Days») è dedicato il romanzo. I cui 28 capitoli sono tutti preceduti da un’epigrafe che riporta versi di canzoni di celebri gruppi dell’epoca (i Doors, gli Stones, i Creedence Clearwater Revival). Ma i tempi erano cambiati, e il libro, nonostante la qualità  e gli elogi di Stephen King e Timothy Leary, andò malissimo.
La musica dei morti — Armageddon Rag parte come un crime novel, con delitto e detective. Il morto è Jamie Lynch, impresario musicale; il detective è Sandy Blair, ex giornalista, un tempo firma di punta di una rivista di controcultura rock & politica («Hedgehog»), ora diventato scrittore di romanzi di medio successo. Lynch, alla fine degli anni 60, aveva legato il suo nome a una band di rock estremo, i Nazgà»l (un nome preso da Tolkien: ovviamente Nazgà»l, «Hedgehog» e Jamie Lynch sono figure inventate). Chi ha ucciso Lynch ha voluto lasciare un messaggio: il suo corpo è riverso sul manifesto dell’ultimo concerto dei Nazgà»l di dodici anni prima (West Mesa, New Mexico, 20 settembre 1971). L’assassino ha anche strappato il cuore di Lynch, ispirato dal verso di una canzone della band che appunto diceva Baby, you cut my heart out. Quella canzone stava nell’ultimo loro album, Music to Wake the Dead. E quando, in quel tragico 20 settembre, Hobbins, il cantante, una sorta di Mick Jagger albino, intonava quelle parole, qualcuno dal pubblico sparò un colpo di fucile e lo ammazzò. A dare l’incarico a Sandy è il direttore di «Hedgehog», il giornale che ormai si è allineato ai cattivi gusti musicali e politici correnti. Chiede un reportage che colleghi la morte di Lynch alla sinistra leggenda di quei rockettari in odore di satanismo, insomma una storia a tinte forti. Per Sandy sarà  invece un viaggio nel tempo, sulle tracce dei sopravvissuti di quegli anni furenti, in cerca forse dei suoi lati oscuri, ma soprattutto del perché i sogni di un mondo migliore che animarono le ultime estati dei Sessanta finirono per diventare un incubo. Così si mette sulle strade d’America, in auto, per un pellegrinaggio che lo porta a ritrovare amici di un tempo e membri superstiti della band. Si lascia alle spalle una compagna che non lo aspetterà  e un agente letterario che lo scarica di brutto. Ma intanto Sandy torna a riascoltare, fra eccitazione e paura, «la voce vera e terribile degli anni Sessanta». E quando crede di aver raggiunto la verità , si troverà  coinvolto in un gioco pericoloso: un nuovo manager ha deciso di far risorgere i Nazgà»l, ha pronto un nuovo cantante che sembra un clone di Hobbins, organizza una tournée che si concluderà  proprio a West Mesa, il 20 settembre…
Quelli eran giorni — Sul filo dei ricordi di Sandy prendono forma date, nomi, accadimenti di quegli anni. Il movimento contro la guerra in Vietnam; il duplice omicidio di Martin Luther King e Bob Kennedy nel ’68 e nello stesso anno l’esercito che aggredisce i manifestanti durante la Convenzione democratica di Chicago. Con la vittoria di Nixon (sempre ’68), il vento comincia a cambiare. La generazione del rock e dei fiori fa a tempo a celebrarsi nel raduno di Woodstock (agosto ’69), ma pochi mesi dopo, il 6 dicembre, il festival di Altamont si chiude con un bilancio di quattro morti. All’epoca qualcuno lo definì «il giorno in cui morì il rock». E in effetti un’aria di morte spira su quei mesi, con la serie impressionante di musicisti uccisi da overdose: Brian Jones (luglio ’69); Jimi Hendrix (settembre ’70); Janis Joplin (ottobre ’70); Jim Morrison (luglio ’71). Intanto, agli inizi del ’70, lacerati da dissidi e incomprensioni, i Beatles si erano sciolti.
Anni percorsi da strane correnti, dove accanto ai sogni di Peace & Love scorreva un fiume sotterraneo di nichilismo, che spesso assumeva i connotati di culti diabolici. Nell’agosto del ’69, Charles Manson e la sua famiglia satanica in California compiono atroci massacri, lasciando scritto sul luogo delle stragi il titolo di una canzone dei Beatles, Helter Skelter, e i benpensanti dissero che tutta la colpa era del rock, della musica del diavolo. Sotto questa sinistra costellazione il romanzo di Martin imbocca una deriva esoterica: qualcuno crede che il ritorno dei Nazgà»l sia davvero il segnale per la battaglia finale, e per accelerare il giorno dell’ira non esita a esercitare poteri malefici. Il destino sembra segnato, e Sandy Blair, spaventato guerriero, pare lasciarsi travolgere dalla maledizione. Ma intanto, per raccontarci il fatidico concerto del 20 settembre, George R. R. Martin ci regala pagine in cui il suo modo di tradurre in parole il rock diventa esercizio di alta letteratura.


Related Articles

E Gabo tornò a casa

Loading

Oggi le ceneri di Gabriel García Márquez verranno tumulate a Cartagena de Indias, la città colombiana che più di tutte ispirò i suoi romanzi. Qui vive ancora il fratello Jaime Che ci guida tra piazze, aneddoti e palazzi

Storia di Saartjie martire ottentotta

Loading

Il regista francotunisino Abdellatif Kechiche racconta la tragica vita della donna di una tribù sudafricana nell’800: umiliata, studiata per le sue forme e infine sezionata

La storia violata di Maria

Loading

Il futuro rubato La tratta delle bianche è una forma di violenza da tutti conosciuta. Ce ne sono anche altre di più sottili che possono annichilire un’esistenza. L’orrore può manifestarsi nel corso del tempo, dietro le linde tende di una casa rispettabile e timorata di dio

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment