Opg: si va verso la ”non-chiusura”, aspettando la proroga
ROMA – C’è grande incertezza intorno alla chiusura degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari, fissata al 31 marzo 2013. A pochissimi giorni dalla scadenza il quadro che emerge è che mancano strutture alternative in cui collocare gli internati. Cosa succederà dopo il 31 marzo? Quale sarà il futuro degli internati, quali saranno le modalità della loro presa in carico? Ci sarà una proroga della chiusura come ha annunciato il governo?
Redattore Sociale ha intervistato 5 direttori dei 6 Opg italiani. Dalle loro risposte si profila di fatto una “non-chiusura”, visto che non ci sono le strutture sostitutive. “Una cosa è certa: l’opg di Napoli continuerà a funzionare”, afferma Stefano Martone, direttore dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Secondigliano (Napoli). “Non abbiamo ancora notizie certe, ma la proroga sarà inevitabile”, dichiara Elisabetta Calmieri, direttrice dell’Opg di Aversa. “La scadenza del 31 marzo non sarà rispettata su tutto il territorio nazionale, e ovviamente noi non faremo eccezione”, spiega Ettore Straticò, direttore del’Opg di Castiglione delle Stiviere (Mantova). Anche Antonella Tunoni, direttrice di Montelupo Fiorentino, sostiene che la chiusura del 31 marzo è “un’ipotesi molto difficile” e che non c’è “alcuna comunicazione ufficiale sulla disponibilità di strutture alternative”. Tuttavia la regione Toscana si sta muovendo “per individuare la struttura, già esistente, ad alta intensità destinata a farsi carico dei casi più impegnativi, mentre per le situazioni più attenuate il modello sarà quello del tipo ‘casa famiglia’”. Anche il direttore dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto conferma di essere “in attesa della proroga della chiusura”.
Da parte sua il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria rimanda a domani la risposta.
In Italia ci sono 6 Opg: Barcellona Pozzo di Gotto (Messina, chiuso dopo essere stato posto sotto sequestro il 19 dicembre del 2012), Aversa (Caserta), Castiglione delle Stiviere (Mantova), Montelupo Fiorentino (Firenze), Reggio Emilia e Napoli. In totale le persone che oggi sono ancora all’interno degli Opg sono 1215 (dato aggiornato a febbraio 2013).
E’ la legge 9/2012, approvata a febbraio del 2012, a fissare per il 31 marzo la data di chiusura e a stabilire che sia concluso un accordo tra le regioni e l’amministrazione penitenziaria per individuare strutture sostitutive degli Opg. Per il superamento degli Opg, la legge prevede un finanziamento di 273 milioni di euro (93 per il personale e gli altri per le strutture). All’approvazione della legge, nata da un disegno di legge presentato dalla Commissione Sanità presieduta dal senatore Ignazio Marino che nel 2011 ha visitato i 6 Opg, ha contribuito anche una grande mobilitazione della società civile riunita nel Comitato Stop Opg. Mobilitazione che è proseguita anche dopo la sua emanazione, in particolare in relazione al dibattito sorto sulle strutture sostitutive, evidenziando il rischio di un ritorno ai manicomi, nella forma dei cosiddetti mini-Opg.
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