Obama firma la riduzione alla spesa “Ecco i tagli imposti dalla destra”

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NEW YORK — Era un atto dovuto, venerdì sera Barack Obama ha firmato il decreto dalla definizione sinistra: “Sequester”. Allo scoccare della mezzanotte tra venerdì e sabato è entrato in vigore il maxi-taglio di 85 miliardi alla spesa pubblica. Una mannaia automatica, in virtù di una legge varata 17 mesi prima, ma che era stata pensata per non entrare mai in vigore. Il “Sequester” doveva agire come un deterrente, per spingere verso un accordo bipartisan sulle riforme fiscali e di bilancio. L’intransigenza repubblicana contro nuove tasse sui ricchi, contro l’abolizione di deduzioni e altri privilegi per le imprese, ha portato all’impasse. In un rapporto di 70 pagine la Casa Bianca descrive tutti i danni che il maxi-taglio farà . «È distruttivo per la sicurezza nazionale, per gli investimenti, per le funzioni essenziali dello Stato». L’impatto non è immediato, lo stesso Obama esclude «una grande crisi», eppure avverte: «I cittadini saranno colpiti». Anche se non subito. Se ne accorgeranno anche gli stranieri. Per esempio i turisti italiani che verranno qui per le vacanze di Pasqua, potrebbero subire attese ancora più lunghe: ritardi nei voli, code interminabili al controllo passaporti. La gradualità  dei disservizi ha una spiegazione. Ogni agenzia federale, ogni ministero sta facendo i conti con un budget che da ieri si è improvvisamente ristretto. Nei servizi pubblici a più alta intensità  di manodopera — ci sono settori dove l’80% della spesa è fatta dagli stipendi del personale — non c’è altro modo di risparmiare se non lasciando a casa i dipendenti. Qui si può fare anche nel settore pubblico, usando i “furloughs” che sono congedi non remunerati, imposti d’autorità  e per periodi anche lunghi. Occorre però dare un preavviso al personale e alle rappresentanze sindacali: almeno 30 giorni. Ecco perché l’impatto comincerà  a sentirsi gradualmente, a cominciare da fine marzo o inizio aprile.
Due agenzie di Stato che interessano il mondo intero sono la Federal Aviation Administration (Faa) da cui dipendono i controllori di volo, e la Transportation Security Administration che impiega gli addetti alla sicurezza negli aeroporti. Il 71% del bilancio della Faa è fatto di stipendi, quindi i tagli automatici imporranno prima o poi di lasciare a casa una parte dei controllori di volo: con inevitabili ritardi e cancellazioni. La Tsa, che ha 50.000 dipendenti, deve rinunciare a 398 milioni nel suo budget: significa che lascerà  a casa gradualmente dai 7.200 addetti in su. Alcuni “furloughs” diventeranno definitivi: contratti a part-time cancellati. Significa che in un aeroporto abituato ad avere dieci corridoi operativi per i controlli di sicurezza dei passeggeri, ne resteranno solo sette in funzione, allungando di altrettanto le code e le attese prima dell’imbarco.
Un altro settore colpito è quello dei controlli sanitari sugli alimenti. Il Food Safety and Inspection Service ha diecimila ispettori sanitari alle sue dipendenze e dovrà  lasciarne a casa una buona parte per 15 giorni. Senza le ispezioni, gli impianti di macellazione di carne bovina o del pollame non possono funzionare: mancano i certificati richiesti perché la carne sia abilitata alla vendita nei supermercati. Di qui la previsione che scarseggino alcuni prodotti alimentari, e aumentino i prezzi. Le ispezioni sanitarie sono un settore ad alta intensità  di lavoro, l’87% del budget del Food Safety è fatto di stipendi, perciò da qui a fine settembre quest’agenzia federale prevede di dover rinunciare a 20 milioni di ore lavorate, obbligando i suoi esperti a starsene a casa senza stipendio.
Altri esempi li ha forniti lo stesso Obama. L’Immigration Service ha già  dovuto liberare centinaia di stranieri senza documenti, perché la mancanza di personale impedisce di gestire le procedure dell’espatrio forzato (deportazione). I parchi nazionali rischiano la chiusura o l’adozione di orari ridotti, perché la quasi totalità  del loro bilancio va nelle retribuzioni delle guardie forestali. Anche questo avrà  una ricaduta sul turismo e non solo nelle grandi foreste: il National Park Service impiega
rangers che sono addetti tra l’altro alla guardia di celebri monumenti urbani e attrazioni per i visitatori di Washington o New York. Perfino il servizio meteo avrà  dei problemi poiché è gestito da un’agenzia federale: guai in vista in caso di calamità  naturali non adeguatamente previste e segnalate alla popolazione.
C’è anche il Pentagono tra le vittime. Obama lo ha ricordato alla destra, visitando un cantiere navale dove è bloccata un’intera flotta militare in fase finale di costruzione: la portaerei Uss Truman destinata al Golfo Persico insieme con le navi di scorta e protezione. La conclusione dei lavori è bloccata per il venir meno di 300 milioni destinati a questa flotta (su 487 miliardi di tagli alla Difesa). Le ricadute sono sulla sicurezza nazionale ma anche sull’occupazione nei cantieri di Newport News in Virginia. E questo ricorda la vera posta in gioco del “Sequester”. La destra insegue il sogno di uno Stato sempre più piccolo, nel frattempo la vittima rischia di essere la ripresa economica americana, con ricadute sul resto del mondo.


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