“Non faremo accordi con nessuno solo noi possiamo cambiare tutto”

by Sergio Segio | 3 Marzo 2013 7:54

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ROMA — «Anche se il Pd venisse a dirmi: fate l’accordo con noi, e blocchiamo la Tav, io direi di no. È una lotta che dura da 23 anni, ma non è l’unica. Non svenderemo la sola possibilità  che abbiamo di cambiare questo Stato». A parlare così è Marco Scibona, valsusino di Bussoleno, capolista dei 5 stelle al Senato in Piemonte. Alla lotta contro il supertreno ha dedicato gran parte della la sua vita, lui che di mestiere faceva il progettista di impianti di segnalamento ferroviario. Eppure, neanche per realizzare il suo più grande sogno, firmerebbe cambiali in bianco al centrosinistra.
È verosimile che ci siano senatori a 5 stelle pronti a un accordo con il Pd?
«Secondo me sono gli esponenti di partito in difficoltà  che cercano di gettare discredito, di dividerci. Non penso che si possa partire subito così. Non ci siamo ancora insediati, mi sembra un po’ presto per cambiare casacca».
Saranno tutti intransigenti come lei?
«Non metto la mano sul fuoco per tutti. Non è detto che i 163 eletti siano perfetti. Può essere che una piccola percentuale abbia degli sbandamenti. Da lì a dire che ci sono già  stati, però…».
È vero che state studiando diritto costituzionale e pratiche parlamentari?
«Abbiamo fatto qualcosa, qualcosa in più faremo. Siamo coscienti del compito che ci aspetta e ci muoviamo in tutti i modi. Abbiamo specificità  diverse, ognuno di noi può aiutare l’altro in un determinato ambito. Lavoriamo in rete e come una rete ci comportiamo ».
Casaleggio ha detto al Guardian che non farete accordi. Decide lui?
«Mi stupirei se avesse detto il contrario. Se avessimo voluto dare la fiducia a un governo di partito avremmo fatto una coalizione.
Non ci riconosciamo in quel tipo di politica».
Quindi vi va bene un governo Pd-Pdl?
«Tanto l’hanno già  fatto una volta. Chi era che sosteneva Monti? Se avranno i numeri per avere la fiducia, sulle idee non ci sarà  problema: appoggeremo tutte quelle che sono a favore dei cittadini. A livello personale, però, dico che non si può pensare a un condannato a morte che chiede aiuto al boia».
Di chi parla?
«I cittadini sono i condannati, i boia i partiti. Non abbiamo più alcuna fiducia in loro. Perché dovremmo, dopo che ci hanno portato in questa situazione? Il conflitto d’interessi, ad esempio, quanto tempo hanno avuto per farlo?».
Potreste dare una mano. È difficile che lo faccia un governissimo.
«La responsabilità  è la loro, che da decenni vanno avanti a spolpare. Beppe Grillo aveva portato i punti del nostro programma a Prodi, voleva fare le primarie del Pd, e non è stato preso in considerazione. In tutti questi anni la fiducia dei cittadini è stata riposta in governi di ogni colore. Non la meritavano. Ora è finita, tocca ai cittadini. Loro non si rendono neanche più conto di dove sono, di cosa fanno. Vivono nei palazzi».
Tra un po’ arriverete anche voi, nei palazzi. Il suo collega Vito Crimi dice che non prenderà  mai un caffè alla buvette di Palazzo Madama, per non fare brutti incontri.
«Noi per prima cosa non ci faremo chiamare onorevoli, ma cittadini. Perché questo torneremo a essere quando sarà  finito il nostro compito. Il titolo di onorevole non lo dà  un’elezione, bisogna meritarselo. L’antipolitica è di coloro che continuano a pensare ai loro guadagni e ai loro vantaggi. Noi del Movimento 5 stelle siamo la politica con la P maiuscola».

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