by Sergio Segio | 29 Marzo 2013 8:07
MADRID. «Siamo l’unico partito che ha fatto qualcosa per risolvere il dramma degli sfratti». È parola del Partido popular, che prova così a ribaltare la realtà : la piaga degli sfratti, al contrario, continua ed essere un’emergenza a cui il governo ha voltato le spalle. Facendo valere la sua maggioranza assoluta, il Pp – unico tra tutti i gruppi parlamentari – ha affondato la legge di iniziativa popolare che la Piattaforma delle vittime degli sfratti (Pah) aveva presentato in parlamento, con un milione e 500 mila firme e che avrebbe apportato modifiche alla dura legislazione attuale. Prima tra tutte, l’introduzione della daccià³n en pago, ovvero della possibilità di estinguere il mutuo alla restituzione dell’immobile, spezzando così la catena del debito perpetuo che sta soffocando le famiglie spagnole e che rappresenta il volto più odioso del problema degli sfratti. E invece, nonostante i picchetti che la Pah ha organizzato in queste settimane sotto le abitazioni dei politici del Pp, tutto resterà com’è. O quasi: dopo la recente bocciatura della legislazione spagnola sugli sfratti da parte del tribunale europeo, il governo è stato costretto ad adottare alcune misure, poco più che palliativi con un effetto cosmetico. Le più rilevanti sono l’innalzamento del limite reddituale sotto il quale non si può eseguire lo sfratto (che passa da 1597 a 2129 euro per nucleo familiare) e il condono di una parte del debito che si considererà estinto al pagamento del 65 per cento del dovuto (in 5 anni) o dell’80 per cento (in 10 anni). Con la casa che resta, in ogni caso, alla banca.
Non è un grande passo avanti, se si considera che gli sfratti colpiscono spesso persone o famiglie in condizioni di estrema precarietà economica, per le quali la riduzione del debito nei termini stabiliti dalla norma suona più come una beffa che come un sollievo. Inoltre il pacchetto di misure non sarà retroattivo e non avrà effetto sui 198 mila sfratti attualmente in attesa di esecuzione, per i quali la legge di iniziativa popolare – ignorata anche su questo punto dal Pp – chiedeva una moratoria immediata.
La portavoce della Pah, Ada Colau ha definito «inaccettabili» le modifiche che «svuotano l’essenza della proposta di iniziativa popolare». Sul versante opposto, le banche tirano un sospiro di sollievo: con la bocciatura della daccià³n en pago hanno salvato le entrate e con la conferma di avere al governo un alleato fedele.
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