Mutui giù, vendite di case come nell’85

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ROMA — Non sappiamo se sia felice oppure no (probabilmente no) ma la decrescita è già  una solida realtà . Almeno per il mercato immobiliare, in calo da tempo e ormai tornato ai livelli di 30 anni fa. Nel 2012 le abitazioni vendute in Italia sono state 444 mila, appena 14 mila in più rispetto al 1985 quando, tanto per avere un’idea di quante ere geologiche siano passate, Reagan e Gorbaciov si incontravano per la prima volta, Microsoft lanciava Windows 1, e miss Italia veniva presentata da Amanda Lear.
Il crollo non riguarda solo il mercato delle case ma l’intero settore immobiliare, dai capannoni ai garage, dai negozi agli uffici. In tutto il 2012 le compravendite totali si sono fermate sotto il milione (993.339) con una diminuzione del 24,8% rispetto all’anno precedente secondo l’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate. E la tendenza sta peggiorando ancora perché, se abbassiamo la lente d’ingrandimento sull’ultimo trimestre, viene fuori che la flessione è ancora più marcata, il 29,6%.
Il crollo del numero delle compravendite trascina verso il basso tutti gli altri indicatori del mercato. Calano (tra lo 0,4% di Venezia e il 4,1% di Catania) le quotazioni delle case con l’unica eccezione di Verona, almeno tra le 12 grandi città  considerate dall’Osservatorio. Diminuiscono di parecchio, del 38,6%, le case acquistate con un mutuo anche perché la rata iniziale continua a crescere, più 3% nel 2012, superando i 700 euro come valore medio. Scendono anche i trasferimenti della nuda proprietà , per i quali una ricerca aveva parlato di un vero e proprio boom specie per gli anziani in difficoltà  con l’Imu. Sarà , ma i dati dell’Agenzia delle Entrate fotografano un calo del 23,4%, in linea con la tendenza generale.
Per cercare qualche segnale in controtendenza bisogna armarsi di pazienza e lanternino. Nell’ultimo trimestre del 2012 il numero delle compravendite è salito del 19,1% a Napoli. Un risultato che non è riuscito a mettere il segno più davanti al bilancio annuale ma che in ogni caso sorprende. C’è una spiegazione, però: nel 2012 il Comune di Napoli ha avviato un piano di dismissione degli immobili pubblici che proprio negli ultimi mesi dell’anno ha cominciato a dare i suoi frutti. Un mercato in qualche modo «drogato», dunque, e nessun segnale di una vera ripresa.
Un’altra piccola luce si intravede nelle tabelle di Immobiliare.it, organizzazione che non ha il timbro dell’ufficialità  come l’Agenzia delle Entrate, ma è pur sempre il leader nel settore degli annunci di vendita e affitto. Dicono le loro statistiche che nei primi due mesi del 2013 i prezzi sono scesi ancora ma un po’ meno rispetto al passato. Forse è il segnale che stiamo toccando il fondo e più in giù non si può andare, forse solo una variazione non significativa.
In ogni caso se il mercato è in difficoltà , l’edilizia continua ad essere indicata come uno dei settori strategici per far ripartire l’economia. Il come lo spiega Assoimmobiliare, l’associazione dell’industria immobiliare: «L’ammodernamento delle strutture esistenti in modo ecosostenibile e senza ulteriore consumo del suolo deve essere la via italiana per la ripresa».


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