Mediaset in rosso per la prima volta perdita a 287 milioni, salta il dividendo

by Sergio Segio | 27 Marzo 2013 8:23

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MILANO — Più che ai programmi televisivi, Mediaset deve dire grazie ai suoi ripetitori. Se il bilancio 2012, il primo in rosso da quando il gruppo della famiglia Berlusconi è quotato in Borsa, non è stato più pesante dei 287 milioni di perdita dichiarata lo si deve alla controllata Ei Towers, la società  che gestisce le torri che rimandano il segnale tv e che in parte vengono affittate anche gli operatori di telefonia mobile.
La società , tornata sotto il controllo di Cologno Monzese nel 2011, è l’unica voce in positivo delle attività  italiane del gruppo, con i suoi 23,6 milioni di utili. Per il resto, il gruppo risente della crisi che continua a colpire il nostro paese, che per Mediaset si traduce in un netto calo degli introiti pubblicitari. Così, come è accaduto per l’altro mercato di riferimento, la Spagna. Con la differenza che in Italia, le attività  sono in rosso, mentre le attività  televisive in Spagna sono riuscite anche nella stagione scorsa a chiudere in nero. Nonostante questo, le reti Mediaset sono rimaste leader sia in Italia (37,8% in prima serata e 36,7% nelle 24 ore, con Canale5 ancora una volta tv più vista) sia in Spagna, pur come medie più basse (27,4% in prime time e 28,1% nelle 24 ore e Telecinco che si conferma al primo posto delle tv iberiche).
Ma andiamo con ordine e partiamo dal mercato pubblicitario. In Italia, la fuga degli inserzionisti — in linea con il mercato televisivo — si è tramutato in un -16%, per un totale di 2,32 miliardi di euro di raccolta complessiva. Qualcosa meglio la Spagna, dove i ricavi pubblicitari sono scesi da circa un miliardo a 886 milioni.
Vista la contrazione delle entrate e le incertezze sulle prospettive per il 2013 («che non consentono di formulare previsioni attendibili circa l’evoluzione dei ricavi pubblicitari per il 2013», si legge nel comunicato ufficiale), i manager sono stati costretti a lavorare sul taglio dei costi, con 307 milioni di risparmi soltanto nelle attività  televisive. A cui si devono aggiungere «le svalutazioni e gli accantonamenti al fine di adeguare i valori dei principali diritti sportivi e delle risorse artistiche».
Tutto questo ha portato le attività  italiane a un rosso per 307 milioni, rispetto ai 176 milioni di attivo di un anno fa; risultato che sarebbe stato negativo “solo” di 67,6 milioni al netto delle manovre straordinarie. La Spagna, invece, dimezza l’utile, sceso da 110 a 50,1 milioni. Tagli e svalutazioni hanno portato a una generazione di cassa favorevole e ridotto il debito da 1,89 a 1,71 miliardi.
Il mercato ha giudicato i risultati positivi sul fronte dei risparmi, mentre si attendeva un rosso più contenuto. Ma gli analisti finanziari hanno guardato con interesse soprattutto alle indicazioni per i prossimi mesi: il primo dato riferito al mercato pubblicitario di gennaio non è certo favorevole, con un -14,5%, pur contro il -16% del mercato televisivo.

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