L’M5S ora fa tremare le città  al voto prenotati tre ballottaggi su quattro

by Sergio Segio | 9 Marzo 2013 8:23

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ROMA — Due giorni fa, circondato da un manipolo di democristiani ipnotizzati, Ciriaco De Mita dava forma all’incubo che tormenta i partiti: «Se si torna a votare, Grillo conquista la Camera. Ricordate come salì al potere il nazismo?». Un paradosso, utile però a segnalare il timore che l’onda lunga del M5S possa abbattersi già  in occasione delle amministrative di primavera. Settecento comuni – ventuno sono capoluoghi – sceglieranno un nuovo sindaco. Ed è facile prevedere che i grillini se la giocheranno fino all’ultimo voto. Forti – almeno sulla carta – di un consenso capace di proiettarli fino ai ballottaggi.
L’esercito dei candidati cinquestelle è composto da attivisti e new entry della politica. Spesso sconosciuti, si sono affermati al termine di primarie online riservate agli iscritti. Come l’aspirante sindaco di Avellino Tiziana Guidi, buddista e amante del pianoforte con il diploma della scuola autori di Mogol, o come il candidato al comune di Vicenza Liliana Zaltron, una bancaria approdata al grillismo solo lo scorso giugno.
Per toccare con mano la forza del M5S basta mettere in fila i dati delle recenti elezioni politiche e proiettarli sulle prossime Comunali. In quindici centri capoluogo su ventuno in cui si vota il M5S ha ottenuto alla Camera un bottino esaltante. In sei casi è riuscito addirittura ad affermarsi come prima forza in campo, sbaragliando le coalizioni avversarie. In altri nove ha ottenuto il secondo posto. In queste città , insomma, Grillo punta al ballottaggio e spaventa Bersani e Berlusconi. Anche perché al secondo turno, nel segreto dell’urna, gli elettori di Pd e Pdl potrebbero sostenere un grillino per danneggiare gli storici rivali.
La Capitale rappresenta la madre di tutte le battaglie, ma manca ancora il candidato sindaco. Si parte da una rosa di tredici nomi.
Spetterà  agli attivisti scegliere con una diretta streaming e una votazione online il profilo migliore per conquistare il comune. I grillini partono da un promettente 27,2%, secondi solo alla coalizione
di centrosinistra. Pd e Pdl si affidano al voto di lista, convinti che possa frenare il Movimento e tenerlo alla larga dal ballottaggio. In caso contrario il M5S è autorizzato a sognare il Campidoglio.
Se a Roma sperare è lecito, in altri centri è addirittura doveroso. A partire dai sei comuni in cui i grillini – in occasione del voto politico – sono saliti sul gradino più alto del podio. Spaventoso, ad esempio, il dato di Ragusa: 40,9%. Il movimento ha stupito anche a Viterbo (31,8%), Iglesias (31%), Siracusa (35,3%), Imperia (33,6%) e Isernia (30,7%).
Il boom elettorale del comico genovese preoccupa gli avversari politici perché è straordinariamente omogeneo. Da Nord a Sud, Grillo ha ottenuto il secondo posto a Udine (24,4%) come a Messina (27,6%), a Barletta (26,6%) e Ancona (29,7%), Massa (29,2%) e Pisa (21,3%).
In Sicilia 142 comuni sono chiamati alle urne e il dato medio sfiora il 33%. A Catania – la decima città  più popolosa d’Italia – gli attivisti di Grillo hanno rastrellato un clamoroso 31,9%, superati solo dai berlusconiani. Nel capoluogo etneo la partita si gioca tra l’insegnante precaria Lidia Adorno e l’esperto informatico Alessandro Zappulla, ex dipendente Nokia. Discorso a parte per Siena. Lì il Pd deve fare i conti con i recenti scandali e il M5S punta a conquistare il ballottaggio con Michele Pinassi.
Ma di grane in giro per l’Italia i grillini ne hanno, eccome. In Lombardia, ad esempio, la selezione procede a rilento. Manca ancora l’aspirante primo cittadino
di Lodi e Sondrio, così come è buio pesto anche a Siracusa e Isernia. A Brescia, patria del potente capogruppo Vito Crimi, potrebbe spuntarla il giovane avvocato Laura Gamba. La pisana Valeria Antoni, trentottenne laureata in Lettere, è all’esordio in una contesa elettorale. Trentasette anni e un incarico in Provincia per Alessandro Gnocchi, candidato al comune di Treviso.
A Messina, infine, il M5S non ha ancora espresso un candidato ed è costretto a fare i conti con la corsa solitaria e fuori dal movimento di Renato Accorinti. Noto per le battaglie contro il Ponte sullo Stretto, raccoglie tra i delusi un ampio consenso trasversale e rischia di svuotare il bacino di consenso dei grillini.

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