by Sergio Segio | 3 Marzo 2013 7:57
MARINA DI BIBBONA — Il ritiro prima della battaglia. A neppure sette giorni dal voto, Beppe Grillo sceglie un fine settimana di meditazione sulla costa livornese. E nella sua villa nascosta nella pineta, a 20 metri dal mare, invita lo scrittore Stefano Benni, l’amico di sempre, l’intellettuale che lo ha accompagnato nella trasformazione da comico del sabato sera a protagonista della satira sociale, quando alla fine degli anni Ottanta le sue battute sui socialisti gli costarono l’ostracismo della Rai.
Già oggi e domani i neo parlamentari si ritroveranno a Roma, aspettando il suo arrivo. Ma è nella sua Villa Corallina, ex proprietà dei principi Ginori, che Grillo cerca di prepararsi ai passaggi cruciali. Suoi e dell’Italia. È arrivato venerdì sera e ieri mattina è partito di buon’ora per una lunga passeggiata sul lungomare in direzione Bolgheri con Benni. Sono rientrati intorno alle 10 e, vedendo i giornalisti in attesa Grillo, si è chiuso in un piumino blu, coprendosi il volto con sciarpa e cappuccio: «Ciao, ciao», le uniche sue parole aprendo il cancello. «Siamo prigionieri», ha scherzato lo scrittore.
C’è stato tutto il tempo per parlare di politica, tra un polpo con patate e un baccalà alla livornese consegnato a domicilio dal “Bolognese”, la trattoria del luogo dove Grillo ha sempre un tavolo. Chissà , forse avrà chiesto cosa pensasse Benni della sua idea per il nuovo presidente della Repubblica, a quanto pare l’archistar Renzo Piano. E di sicuro avrà discusso con l’amico mai perduto anche del suo “no” alla fiducia di un eventuale governo Bersani.
Contrariamente a Dario Fo, Benni non è salito sul palco con lui. Ma se c’è uno che Grillo ascolta, oltre a Casaleggio, quello è proprio lo scrittore italiano più venduto in Europa. Fu lui, del resto, a sostenerlo e a consigliarlo quando cominciò a girare l’Italia con i suoi spettacoli a sfondo sociale. Lui a collaborare ai testi sui rischi dell’inquinamento o del consumismo selvaggio, che Grillo gridava prima di spaccare un computer.
E ora l’ha voluto al suo fianco.
Benni non ha riferito niente di quello che si sono detti al chiuso di Villa Corallina. Ha solo ribadito di essere legato a Grillo da profonda amicizia e per questo
di sentirsi fedele ad un patto di lealtà circa i contenuti delle loro discussioni. Anche se si tratta di un dialogo tra persone con idee diverse, tiene a far sapere Benni, discutere tra amici è comunque importante. E Grillo non è uno che rifiuta il dialogo.
Benni lascia Marina di Bibbona nel primo pomeriggio senza rilasciare dichiarazioni. Grillo rimane davanti al computer, in compagnia della moglie Parvin. Tv e giornali assediano la villa, davanti al cancello di legno e dietro all’ingresso in spiaggia. Grillo non demorde, non si fa vedere né si affaccia, nonostante accada un po’ di tutto.
Una elettrice di Livorno, Anna Maria Bacci di professione pittrice, deposita una lettera nella cassetta postale. «Grillo che sei al governo, sia fatta la tua volontà … ma liberaci da Berlusconi », c’è scritto. «L’ho votato sperando che qualcosa cambi», spiega la signora. Poi sbuca Gabriele Paolini, il disturbatore che si mette in posa davanti ad ogni telecamera, e parte lo show: «Beppe ci sono tanti che credono in te, grazie di cuore», urla con un megafono togliendosi i vestiti e gettandosi in costume nell’acqua noncurante della temperatura. All’ora di cena arriva invece Giuseppe, un sostenitore tredicenne accompagnato dal padre Vittorio Costantino: entrano senza difficoltà nella villa per una foto ricordo con Grillo. Che spiega loro: «Il motto resta sempre lo stesso: tutti a casa».
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