La Spagna si prepara all’addio ma Juan Carlos non molla

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MADRID — La Spagna è impegnata a rincorrere i Giochi Olimpici del 2020 in concorrenza con Istanbul e Tokio. Contano infrastrutture e garanzie economiche, certo, ma anche ottime pubbliche relazioni. È una delle tipiche occasioni in cui, a un Paese, fa comodo avere nella manica una famiglia reale capace di impressionare gli esaminatori internazionali, gente dal sangue normalmente rossastro e quindi poco abituata a palazzi fiabeschi, piatti d’oro, arazzi e corone. Sulla carta, poi, quella spagnola è la migliore nobiltà  «a cinque cerchi» in circolazione.
Re Juan Carlos ha sempre amato gli sport e partecipò ai Giochi di Monaco del ‘72. La regina Sofia è sorella di un oro olimpico. L’Infanta Cristina ha partecipato a Seul ’88 e sposato un bronzo di pallamano. Il principe Filippo è stato portabandiera a Barcellona ’92, ma senza medaglia. I Borbone insomma sanno di cosa si parla. Mercoledì sera, alla cena di gala in onore degli ispettori del Comitato Olimpico Internazionale (Cio), presenti anche alcuni fortunati giornalisti, era la grande occasione per essere utili alla causa nazionale.
Il Palazzo Reale di Madrid era illuminato a festa, gli alabardieri in divisa storica, i valletti d’oro e rosso vestiti ad ogni angolo. «Anzitutto — ha detto il Principe Felipe nel suo discorso di benvenuto — vi porgo i saluti di mio padre, re Juan Carlos, che purtroppo non ha potuto essere qui con noi». Apriti cielo. Juan Carlos si vede sempre meno, l’ennesimo intervento all’inizio del mese (ernia questa volta) ha un decorso lungo e l’esito è ancora incerto. Gambe, polmoni, pube, ginocchio, anca, piede… negli ultimi due anni il re è stato sotto i ferri almeno sei volte. Dopo l’assenza di mercoledì le chiacchiere e i dubbi si sono moltiplicati. Su internet è circolata la notizia di uno speciale tv già  pronto per l’abdicazione del monarca. La statale Rtve smentisce, ma a bene vedere non sarebbe una precauzione professionale fuori luogo dopo 37 anni di regno con gli ultimi due da incubo.
Felipe, al momento del caffè, ha ovviamente negato con i delegati del Cio. La principessa rampante Letizia ha giocato in difesa portando il discorso sul proprio mal di piedi per i saluti del giorno prima a Papa Francesco. La regina ha sorriso silenziosa.
Secondo la stampa rosa, Sofia vive ormai da separata in casa, passa più tempo che può a Londra, ma non manca un dovere pubblico da anni. Sono lei e l’altissimo figlio Felipe a difendere l’onore della corona spagnola negli indici di gradimento. Le amanti (troppe) e i safari (troppo lussuosi in tempi di recessione) hanno incrinato il «juancarlismo» nazionale. In Catalogna i socialisti cercano di smarcarsi dagli indipendentisti per caratterizzarsi almeno come quasi repubblicano e chiede l’uscita di scena del monarca. Dall’80% di alcuni anni fa, il gradimento del re è sceso sotto il 40, forse anche il 30%. Appena sopra la soglia del 50 sarebbe l’erede al trono Felipe. Numeri non eccezionali, ammesso siano veri.
Di tegole ne sono cadute a grappoli sulla corona, ultimamente. Il genero Ià±aki Urdangarin, proprio la duplice medaglia di bronzo olimpica, è sotto processo per aver intascato milioni di soldi pubblici sfruttando la vicinanza con la Casa Reale. A processo l’ex socio del Duca di Palma minaccia di trascinare anche Juan Carlos nel fango. Fa capire di avere mail dalle quali si potrebbe capire che il re non solo sapeva dei traffici, ma che li avrebbe anche facilitati. Come antipasto ha diffuso documenti che mostrano il rey chiedere alla propria amante di trovare un lavoro al genero, «frustrato» da un misero stipendio di 200 mila euro annui.
Il ruolo della principessa tedesca Corinna Zu Sayn-Wittgenstein, l’ultima, speciale, amica del 75enne Juan Carlos, è finito anche davanti a una mini commissione parlamentare. Corinna sarebbe stata la pr del re verso le case regnanti arabe, avrebbe abitato per anni in palazzi pubblici, protetta e spesata dall’erario. In udienza il direttore del Centro Nacional de Inteligencia (CNI) è stato evasivo come si addice al capo dei servizi segreti. A lanciare una timida operazione di recupero d’immagine ha contribuito anche lei, la bionda Corinna, con qualche intervista negazionista: siamo amici, condividiamo la passione per la caccia e il carisma di Juan Carlos è il miglior biglietto da visita della Spagna.
Juan Carlos però non molla. Prima di entrare in sala operatoria aveva escluso la possibilità  di abdicare. Per gli osservatori delle cose reali, più che una senile ostinazione, il rifiuto viene giudicato come una difesa del figlio. Felipe deve avere il tempo di farsi notare, di acquisire un’immagine propria magari anche grazie alla moglie Letizia, una borghese, ex repubblicana e rossa, che esce da sola con le amiche. Se abdicazione volontaria ci sarà , non verrà  prima della scontata condanna del genero Ià±aki. Dev’essere il vecchio monarca a fare da parafulmine per lasciare al principe l’eredità  meno pestilenziale possibile.


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