La Cdp batte i bilanci delle banche ai soci dividendi per un miliardo

by Sergio Segio | 21 Marzo 2013 8:05

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MILANO — Dentro un Paese in affanno e sempre più a corto di capitali e credito l’opera e il ruolo della Cassa Depositi Prestiti si amplificano a livelli inediti. Lo attesta il bilancio 2012 del braccio “postale” del Tesoro, che si appresta a distribuire ai soci cedole per un miliardo.
Mobilitando 22 miliardi di risorse – +35% sull’anno precedente – l’istituto ha registrato un forte balzo dell’utile netto, salito del 77% a 2,85 miliardi. Un dato che polverizza i profitti 2012 delle due grandi banche italiane (1,6 miliardi Intesa Sanpaolo, 865 milioni Unicredit). Il risultato «deriva soprattutto dal miglioramento del margine di interesse (+51%) grazie a un incremento del rendimento degli impieghi superiore al costo della raccolta». È esattamente ciò che dovrebbe fare una banca commerciale, mentre – al contrario – quelle italiane nel 2012 chiuso hanno minimizzato i profitti da interessi, sostenendosi con il trading. Con i numeri 2012 la Cassa ha raggiunto, un anno in anticipo, gli obiettivi del piano triennale 2013, che prevedevano l’immissione nell’economia di nuove risorse superiori a 40 miliardi. Alla luce dei risultati 2012 la stima è stata rivista a oltre 50 miliardi in tre anni.
La formula, riporta la nota sui conti, è stata «adattare al critico contesto il mix di impieghi tra enti pubblici, infrastrutture e imprese », insieme all’aumento degli investimenti di capitale, che affiancano i crediti. Con gli enti pubblici, a causa dei vincoli di finanza pubblica, si è fortemente ridotta la domanda di prestiti, e gli impieghi si sono quasi dimezzati a 3,3 miliardi. Nelle infrastrutture gli impieghi aumentano il 27%, a circa 2,7 miliardi. Con le imprese gli impieghi Cdp hanno superato i 6,3 miliardi (+61%), per le nuove risorse messe a disposizione delle Pmi, del sistema Export banca e i progetti dedicati ai sismi in Abruzzo ed Emilia. Ci sono poi le partecipazioni, che nel 2012 sono aumentate di 12 miliardi con il 30% di Snam, e l’integrazione di Sace, Simest e Fintecna. A spingere i conti di Cdp c’è anche la plusvalenza da 485 milioni per la cessione di una tranche di azioni Eni.
Sul fronte patrimoniale, la Cassa può contare su 100 miliardi di crediti a clienti e banche (+2%) e una liquidità  di 139 miliardi (+8%), grazie a una raccolta postale salita del 7% a 233 miliardi. I risultati spingono anche il patrimonio netto, pari a 16,8 miliardi (+16%). Con questo viatico è convocata l’assemblea del 17 aprile, dove oltre ad approvare il bilancio andrà  al rinnovo il vertice; il presidente Franco Bassanini e l’ad Giovanni Gorno Tempini puntano alla conferma, e la preparano largheggiando con i soci: si vocifera di un miliardo di monte dividendi, contro i 371 precedenti. Soldi che il Tesoro spartirà  con 65 fondazioni bancarie: dopo la conversione alla pari delle privilegiate di Cariverona (2,6%) e Caritortona (0,3%), da aprile i soci privati avranno il 15,85% delle ordinarie Cdp.

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