Istat, salari italiani 14,6% sotto ai tedeschi: nostro il dodicesimo posto nell’Ue a 27

by Sergio Segio | 3 Marzo 2013 16:35

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ROMA – La Germania batte l’Italia. Nella classifica ‘salari’ il nostro Paese si piazza al dodicesimo posto nell’Ue a 27, sotto la media della zona euro, ma leggermente sopra quella dell’intera Ue. E’ quanto emerge da un report dell’Istat, secondo cui la retribuzione oraria lorda ad ottobre 2010, espressa in termini nominali (senza tener conto del potere di acquisto), è inferiore di circa il 14,6% a confronto con quella della Germania, del 13% nel paragone con il Regno Unito e dell’11% con la Francia; risulta invece superiore del 25,9% rispetto alla Spagna.

Il confronto è relativo alla retribuzione oraria del mese di ottobre dei dipendenti che hanno un contratto a tempo pieno ed esclude gli apprendisti, precisa l’Istat. Nel dettaglio, l’Italia, con 14,5 euro, si colloca più in basso a confronto con la media dell’Unione monetaria, ma risulta superiore a quella dell’Ue a 27. Infatti, la retribuzione oraria, sempre a ottobre 2010, è pari a 14,0 euro per ora retribuita nell’intera Unione e a 15,2 euro in Eurolandia.

In generale nella graduatoria europea, i valori più elevati si registrano in Danimarca (27,09 euro), Irlanda (22,23 euro) e Lussemburgo (21,95 euro), quelli più bassi in Bulgaria (2,04 euro), Romania (2,67 euro), Lettonia e Lituania (rispettivamente 3,78 euro e 3,44 euro).

Quanto al rapporto, pubblicato dall’Istituto di statistica all’inizio della settimana, si tratta di una rilevazione quadriennale sulla struttura delle retribuzioni, armonizzata a livello europeo. L’indagine analizza il mese di ottobre perchè sono limitati gli effetti della stagionalità  e la presenza di giorni festivi. Dalla rilevazione, viene sottolineato, sono escluse oltre alle attività  del settore agricolo, quelle della pubblica amministrazione in senso stretto (amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria).

Inoltre, spiega l’Istat, “nei confronti internazionali, al fine di tenere in considerazione le differenze della durata del lavoro e dei sistemi nazionali di welfare, è utilizzato generalmente l’indicatore della retribuzione lorda oraria”. Il risultato sono, viene evidenziato, “dati armonizzati a livello europeo” che “permettono il monitoraggio, a cadenza quadriennale, dell’andamento del mercato del lavoro e delle retribuzioni nei diversi paesi, fornendo rilevanti informazioni per l’orientamento delle politiche del lavoro e la valutazione del grado di competitività  delle economie nazionali”.

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