by Sergio Segio | 27 Marzo 2013 8:13
BRUXELLES — «Povera patria! — cantava un tempo Franco Battiato — schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos’è il pudore…». E ora, ricevuto come oratore al Parlamento europeo, in qualità di assessore alla Regione Sicilia, alla «povera patria» e alle sue istituzioni dedica poche parole chiare: «Farebbero qualunque cosa, queste tr… che si trovano qui in giro nel Parlamento. È inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino e lo facessero pubblico». Una parte del pubblico femminile ride ed applaude, un’altra resta basita. E 10 minuti dopo, dall’altro Parlamento in Italia, quello oggetto dell’elegante dichiarazione, parte una salva di proteste. A cominciare da quella di Laura Boldrini, la neopresidente della Camera dei deputati: «Parole volgari… da presidente della Camera e da donna respingo nel modo più fermo l’insulto che da lui arriva alla dignità del Parlamento. Neanche il suo prestigio lo autorizza ad usare espressioni così indiscriminatamente offensive». Interviene anche il presidente del Senato Piero Grasso: «Esprimeremo il nostro disagio presso il governatore della Sicilia per le frasi dell’assessore».
Poi tanti altri, donne e uomini, di centrodestra e di centrosinistra, in quello che diventa fin da subito un caso politico. Alcuni chiedono le dimissioni del cantante dalla carica di assessore. Altri criticano il silenzio di Rosario Crocetta, il presidente della Regione Sicilia che qui a Bruxelles affiancava il cantautore nella presentazione di una campagna sul turismo e la cultura nell’isola. Finché arriva una precisazione di Battiato: «Non volevo offendere, parlavo di donne e uomini…». E poi: «il senso della frase» è stato travisato «e interpretato come una offesa al Parlamento attuale, per il quale ho stima, o per le donne, o addirittura riferibile al Parlamento europeo». Era evidente, dice il cantante, che il riferimento era a «passate stagioni parlamentari che ogni italiano di buon senso vuole dimenticare». E si dice dispiaciuto per il fatto che «sia passata una singola frase che ovviamente non poteva essere riferibile all’attualità ».
La tecnologia, specie quello dell’audio, non lascia però scampo: forse il cantautore si riferiva davvero alle «passate stagioni», ma secondo le registrazioni-audio i tempi usati in quella «singola frase» sono tutti al presente, ed è abbastanza chiaro che si parla di un’attualità molto stretta.
Battiato non ha lanciato il suo strale da 5 minuti, che già fioccano le reazioni. Le prime, dalle deputate dell’Europarlamento: dal centrosinistra — Rita Borsellino, che suggerisce le dimissioni da assessore come il «miglior gesto possibile» dopo una simile «caduta di stile» — al centrodestra: Cristiana Muscardini che si rattrista perché un «poeta si è rivelato un bifolco». La vicepresidente dell’Europarlamento Roberta Angelilli parla di «parole inaudite e volgari»; mentre la siciliana Sonia Alfano, presidente della Commissione antimafia, intima a Battiato: «chieda umilmente perdono».
Da Roma, il presidente dei deputati Pdl Renato Brunetta parla di «parole di una gravità inaudita», e il presidente dei senatori Pd Luigi Zanda si dichiara «offeso come senatore e come uomo». Beatrice Lorenzin (Pdl) ha chiesto a Boldrini di querelarlo. E Daniela Santanchè dice che Battiato è «ignorante e becero», e ne auspica, per così dire, un sollecito ritorno al mondo della canzone.
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