Grillo serra i ranghi e lancia la caccia agli «intrusi» sul blog
ROMA — Caccia ai troll sul blog ma anche ai possibili parlamentari dissidenti. Beppe Grillo serra i ranghi e dopo aver lanciato l’allarme su chi viene «pagato per spammare» il sito, alza il tiro, invitando tutti alla denuncia degli intrusi virtuali. Ma non sfugge a nessuno che l’improvviso appello alla «vigilanza democratica» coincida con l’avvicinarsi della data fatidica, ovvero del giorno della fiducia al governo proposto da Pier Luigi Bersani. Alle voci incontrollate di un «disagio» da parte di alcuni esponenti a 5 Stelle, in particolare senatori, la risposta dello staff è la ricerca delle eventuali «gole profonde». Dopo un sondaggio via mailing list interna — con la domanda sicula «cu fu?», rimasta inevasa — ieri alcuni membri dello staff in Transatlantico chiedevano conto ai deputati di chi avesse fatto soffiate ai giornalisti.
Domani alle 10 ci sarà l’incontro (trasmesso in streaming) tra Bersani e la delegazione 5 Stelle, formata dai capigruppo Roberta Lombardi e Vito Crimi. Non è escluso che prima ci sia un dibattito interno. Ma la Lombardi nega: «Nessuno lo ha chiesto. E la linea politica è palese». Come a dire che non saranno tollerate posizioni divergenti. Il caso Grasso resterà isolato. Il «perdono» a chi ha votato il presidente del Senato indicato dal Pd non si ripeterà . Per evitarlo, c’è chi ora invoca soluzioni più drastiche. Giuseppe Mancini, nel forum sul sito di Grillo, chiede che la ratifica online degli elettori avvenga anche nel caso in cui non venga chiesta l’espulsione: «Altrimenti oggi io perdono te e tu perdoni me e si crea un’altra casta». Linea dura condivisa su Twitter dalla deputata Danila Nesci.
In apparenza la compattezza c’è. Spiega Tatiana Basilio: «La pensiamo tutti allo stesso modo. Ma siamo 163 teste diverse e in tutte le famiglie succede che qualche figlio si perda». Fedeli alla linea anche i calabresi Paolo Parentela e Daniela Dieni. E Andrea Cecconi, che aggiunge: «Se qualcuno la pensa diversamente lo dica apertamente. Non ci vedo nulla di male nel parlarne». Apertura lodevole, che non collima con il clima. La caccia al troll, l’intruso prezzolato, categoria nella quale viene sussunta qualunque opinione critica, è partita ufficialmente. Caccia simbolica e piuttosto velleitaria. Anche perché Grillo scrive che è possibile segnalare chi contravviene «alle regole del blog». Regole introvabili sul sito.
I parlamentari, intanto, si organizzano. In Aula rischiano di finire all’estrema destra perché il Pdl vuole stare al centro: decisivo sarà il voto del Pd. Ieri intanto la Lombardi ha visto il questore Stefano Dambruoso per chiedere di rivedere le regole sui collaboratori (per legge i gruppi devono destinare il 55 per cento del budget all’assunzione di collaboratori già assunti, che spesso hanno lavorato con altri partiti e dei quali non ci sono neanche curricula). Dambruoso ha espresso la disponibilità , ma se ne occuperà il collegio.
Quanto al dialogo, Vito Crimi la pensa così: «I partiti dovrebbero scusarsi e fare due passi indietro». Grillo è ancora più chiaro e posta un intervento di David Graeber, anarchico, attivista di Occupy Wall Street: «Negli ultimi duecento anni, i democratici hanno cercato di innestare gli ideali di autogoverno popolare sull’apparato coercitivo dello Stato. Ma per loro natura gli Stati non si possono realmente democratizzare». Bersani e i «democratici» sono avvertiti.
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