Grillo: se falliamo rischio violenze le tv sono pagate per sputtanarci voglio arrivare al 100% dei seggi

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ROMA — Beppe Grillo ancora contro tv, giornali e giornalisti. Quelli italiani, perché quelli stranieri vanno benissimo. Nel mirino finiscono in particolare quelli che conducono i talk show che, secondo il comico genovese, agiscono come “Zanna bianca”, la lupa del libro di Jack London, che attirava i cani nella foresta dove li attendeva il branco per sbranarli. Ecco, scrive nel suo blog il leader del movimento 5Stelle, «la tecnica dei conduttori televisivi, dipendenti a tempo pieno di Pdl e Pdmenoelle, è simile». Il conduttore televisivo, affonda Grillo «si succhia come un ghiacciolo il movimentista a cinque stelle, vero o presunto (più spesso presunto), lo mastica come una gomma americana e poi lo sputa, soddisfatto del suo lavoro di sputtanamento. È pagato per quello dai partiti».
Con un risultato che agli occhi di Grillo è devastante: «Questa non è più informazione, ma una forma di vilipendio continuato, di diffamazione, di attacco, anche fisico, a una nuova forza politica incorrotta e pacifica». Anche per questo Grillo è convinto che «indispensabile creare una sola televisione pubblica, senza alcun legame con i partiti e con la politica e senza pubblicità . Le due rimanenti possono essere vendute al mercato».
Molto meglio allora affidarsi ai taccuini e alle telecamere dei media stranieri. Ieri è toccato ad una televisione spagnola e alla rivista americana Time.
E anche all’intervistatore d’oltreoceano il comico spiega che fra partiti e media, «i peggiori sono i media. Forse – dice Grillo – i quotidiani locali sono a posto, ma quelli che formano la pubblica opinione, sette televisioni e tre quotidiani, fanno parte del sistema. Le Sette Sorellastre televisive non fanno informazione, ma propaganda».
Ma nell’intervista c’è anche un passo controverso sul ruolo del movimento 5Stelle nella realtà  politica e sociale italiana. Grillo, infatti, ad un certo punto, rivendica un merito: «Io canalizzo la rabbia in un movimento popolare, che poi va e governa. Dovrebbero ringraziarci uno per uno», dice. «Se falliamo – continua il comico in Italia si rischiano violenze di piazza. Se crolliamo noi, le violenze in strada arriveranno. Metà  della popolazione non ne può più».
Grillo ricorda poi che «tutto è nato in Italia: il fascismo, le banche, abbiamo inventato il debito e anche la mafia. Se da qui non parte un’ondata di violenza è grazie al movimento». Parole destinate a fare discutere e a creare polemiche. Che vengono interpretate come una minaccia di volere ricorrere alla piazza contro i partiti. Polemiche nella quali interviene anche il giornalista autore dell’intervista per dire che Grillo non ha mai parlato di uso della violenza da parte del suo movimento.
Per il resto il comico manda in scena il copione di sempre. respinge gli appelli al senso di responsabilità  che gli arrivano un po’ da tutti. «Loro parlano di trasparenza dei partiti, noi di scioglimento dei partiti. È diverso, Wellington e Napoleone non possono collaborare», dice. Risponde anche alle critiche di chi gli ricorda che alcune proposte lanciate in campagna elettorale non erano nel programma. Spiega che di nazionalizzazione delle banche o di referendum sull’euro se parlerà : «Abbiamo ancora bisogno di discuterne, e poi lo scriveremo nel programma. Dateci tempo», dice.
Poi cerca di chiarire il suo ruolo: «Io propongo un’idea di base, una visione del mondo. Il mio non è un progetto politico, non voglio sostituire una classe politica con un’altra». Infine assegna un compio ben preciso al suo movimento: «Vogliamo il 100 per cento del Parlamento, non il 20 per cento o 25 per cento o 30 per cento. Quando arriveremo al 100 per cento, quando i cittadini diventeranno lo Stato, il movimento non avrà  più bisogno di esistere. L’obiettivo è quello di estinguere noi stessi ».


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