by Sergio Segio | 14 Marzo 2013 10:23
ROMA — Quest’anno non arriverà a casa, bisognerà scaricarlo via Internet, ritirarlo alla Posta, passare al Caf, mandare una mail o telefonare all’Inps. Quest’anno i 15 milioni di pensionati che ogni giorno tengono sotto controllo la cassetta postale aspettando che il Cud arrivi a domicilio in busta chiusa, resteranno a bocca asciutta. La
spending review ha colpito anche loro: la Legge di stabilità varata lo scorso dicembre dal governo Monti ha previsto che – per risparmiare i 25 milioni di euro spesi dall’Inps per la stampa, la spedizione e la consegna – la certificazione unica dei redditi viaggi solo via web.
Un passaggio che segue quello dell’iscrizione scolastica da compilarsi obbligatoriamente solo in rete, ma che vista l’età media dei diretti interessati, è destinato a creare confusione e preoccupazione. Il rapporto dei pensionati con la rete, non è dei più fluidi e la mancanza di una seria campagna d’informazione sta facendo il resto.
Alle porte dei centri di assistenza fiscale si stanno fermando le code e ai centralini dell’Inps stanno arrivando in media 30-40 mila telefonate al giorno. I contribuenti chiedono informazioni, vogliono sapere come ottenere quel documento essenziale per poter procedere alla dichiarazione dei redditi. E fioccano le prime polemiche.
Il rischio è che a molti dei 15 milioni di interessati la comunicazione non sia arrivata, tanto che in questi giorni Inps, Caf e Poste si stanno mettendo in moto per far fronte all’ondata della richiesta d’informazioni. Proprio ieri, per ampliare l’offerta degli «intermediari » incaricati di fornire l’atteso Cud, l’Inps ha precisato che la certificazione potrà essere trasmessa anche ai «professionisti abilitati che abbiano stipulato con l’istituto una convenzione per la trasmissioni dei modelli Red», ovvero ai 28 mila consulenti del lavoro che nei giorni scorsi si erano lamentati di essere rimasti fuori dalla partita (impegnandosi a fornire il servizio gratis). D’ora in poi, quindi, i pensionati per entrare in possesso del Cud potranno collegarsi al sito Inps e digitare il codice Pin, mandare una mail a CUD@postacert.inps.gov.it recarsi personalmente alle sedi dell’istituto o – per farse lo recapitare a domicilio – chiamare il numero verde 800.434320 (l’Inps stima che a farlo saranno circa un milione di persone). Altri forti canali di trasmissione sono i patronati e la rete dei Caf: «Siamo attrezzati per rispondere alla domanda – assicura Valeriano Canepari, coordinatore della Consulta dei Caf – grazie alla convenzione con l’Inps abbiamo già i Cud dei 9 milioni di pensionati assistiti lo scorso anno e possiamo anche fornirne stampa in pdf». Caf e Inps stimano che, grazie a questi accordi, ci sia già stato un taglio dei costi del 50 per cento e che buona parte della platea rimasta scoperta non sia in realtà interessata direttamente al Cud perché non chiamata a compilare la dichiarazione dei redditi. Oltre a loro, comunque, sono in pista anche i consulenti del lavoro e le Poste che, a chi passa allo sportello fornisce sì stampa del certificato, ma a pagamento (3,30 euro). Il versamento – affermano le Poste – è previsto dalla stessa legge di Stabilità , ma la spiegazione non convince Federconsumatori. «Non c’è nulla di male nel tentativo di tagliare i costi e risparmiare tonnellate di carta – precisa Rosario Trefiletti, presidente dell’associazione – ma tutti devono avere la possibilità di ottenere il cartaceo gratis».
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