Disoccupazione e corruzione affondano Rajoy

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Ma è sulla questione della corruzione che il Pp paga il prezzo più alto, dovendo fare i conti con un problema che non sa o non può arginare. Lo dimostra il silenzio di Rajoy, imposto da un certo smarrimento e dalla necessità  di prendere tempo per pianificare una strategia che per ora sembra mancare.
Nell’emergenza, intanto, il Partido popular tenta di camuffare un’evidenza che è ormai sotto gli occhi del paese: i popolari governano tenuti in scacco dal loro ex tesoriere Luis Bà¡rcenas, fulcro di un giro di corruzione che coinvolgerebbe i vertici del partito. Dal silenzio di Bà¡rcenas sui dettagli della ventennale gestione dei conti del Pp dipenderebbe infatti la sopravvivenza del governo, che siede in questo momento su una bomba di cui nessuno, fuori dalla sede del Pp, conosce per ora il vero potenziale esplosivo. Eppure tutti sono pronti a scommettere che sia altamente distruttivo: lo si intuisce dai quaderni della contabilità  nera del Pp redatti dalla mano di Bà¡rcenas e pubblicati dal Paà­s, in cui compaiono i nomi di tutta la cupola dei popolari, compreso il premier Rajoy.
I fogli ricostruiscono un ventennio di donazioni illegali al partito da parte di importanti imprese spagnole, che poi sarebbero state ripartite tra le casse del Pp, le tasche dei politici e il conto svizzero dell’ex cassiere. Ed è proprio qui che – secondo le ipotesi più accreditate – Bà¡rcenas vorrebbe far valere il suo silenzio, barattandolo con l’appoggio del partito nel processo che lo vede implicato per riciclaggio e frode fiscale a seguito della scoperta del fisco spagnolo dei 38 milioni di euro depositati nel paese elvetico. Il Pp smentisce tutto, anche se finora ha evitato di tagliare di netto i ponti con il suo ex tesoriere, che – inspiegabilmente – fino al 31 di gennaio scorso (cioè ben dopo la scoperta del conto svizzero e in coincidenza con la pubblicazione dei libri neri sul Paà­s) è stato iscritto nel libro paga del Pp con uno stipendio di 250.000 euro l’anno, pur non ricoprendo la carica di tesoriere dal 2009. Curioso, inoltre, che nonostante il partito sostenga la falsità  dei documenti, non abbia presentato nessuna denuncia (alcuni dirigenti lo hanno fatto a titolo personale) nei confronti di Bà¡rcenas.
Chi invece, paradossalmente, è ricorso al tribunale senza pensarci due volte è stato proprio Bà¡rcenas, che ha denunciato il Partido popular per licenziamento senza giusta causa, avendo peraltro buone possibilità  di vincere il contenzioso e arrivare all’assurdità  di riscuotere l’assegno di disoccupazione. Uno schiaffo in faccia al Pp che dimostra una volta di più la posizione di forza da cui manovra Bà¡rcenas e una beffa che incendia l’esasperazione degli spagnoli, che sul tema della disoccupazione hanno i nervi scoperti.


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