by Sergio Segio | 18 Marzo 2013 19:43
Se lo chiedono gli analisti di Morgan Stanley e Goldman Sachs, secondo cui “sdoganato” il provvedimento per Nicosia una sorte analoga potrebbe toccare a questo punto – in teoria – anche a Grecia e Spagna[1]. E anche Moody’s avverte sulle possibli implicazioni negative del prelievo forzoso. Per l’agenzia di rating si è intensificato il rischio di una fuga di capitali e ci potrebbero essere implicazioni negative sui rating degli istituti di credito europei. Sul mercato obbligazionario, invece, il contagio sarà minore – precisa Moody’s – tenuto conto che è stato evitato il pericolo di una ristrutturazione del debito come avvenuto per la Grecia.
Nel nostro Paese, l’impatto pesantissimo di questo provvedimento gli italiani se lo ricordano bene, tornando al 1992. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio l’allora presidente Giuliano Amato ordinò un prelievo sui conti correnti del 6 per mille[2], che valse un gettito di circa 11.500 miliardi di lire.
Allarme analogo arriva anche da Michael Hewson e Tim Waterer, analisti di Cmc Markets[3]: “Il prelievo forzato dai depositi bancari del Paese ha infatti creato un precedente con cui fare i conti spaventando gli investitori. Se l’intenzione dei leader Ue era quella di minare le basi della fiducia riposta dai risparmiatori nelle banche ci sono pienamente riusciti”.
I due analisti si chiedono cosa possa aver spinto “ad approvare un piano che rischia di innescare la corsa alla fuga dei depositi in tutta Europa con un atto che – lo definiscono – è l’equivalente del passaggio del Rubicone e che, montando le proteste nel weekend, potrebbe anche venire modificato limando al ribasso la percentuale dei singoli prelievi. Un ulteriore aspetto da non sottovalutare – precisano – è la perdita di consenso non solo nella politica dell’Eurozona e nelle sue capacità di far fronte alla crisi ma anche nella moneta unica”.
Vegas (Consob): “No drmammatizzare”. Intanto in Italia il presidente delal Consob Giuseppe Vegas ha invitato a non drammatizzare: “Cipro è una realtà molto piccola, poi è chiaro che i mercati sono nervosi”, ha detto commentando l’andamento odierno della borsa. A chi gli chiedeva se quanto avvenuto a Cipro potesse avvenire anche in altri paesi periferici dell’Eurozona, ha risposto: “non lo so, ogni giorno è una sorpresa ma non credo proprio, Cipro è una realtà molto particolare, è profondamente diversa dalla nostra”. “Il mercato è sempre stato nervoso – ha concluso Vegas – ma non drammatizzerei”.
E per gli analisti di Credit Suisse il pericolo è più politico che economico. Nel breve periodo c’è il rischio che eventi di questo tipo abbiano ripercussioni sulla possibilità che si formi un governo in Italia. Casi come quello di Cipro potrebbero rafforzare forze politiche come il Movimento 5 Stelle che difendono l’interesse pubblico e contro L’Unione Europea
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