Camera e Senato, trattative in stallo Bersani: “Oggi votiamo scheda bianca”

by Sergio Segio | 15 Marzo 2013 9:43

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ROMA — Non ci sarà  la fumata bianca. Da come si sono messe le cose – dopo riunioni, approcci e strade sbarrate – sarà  oggi una giornata di stallo per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato. L’avvio della XVII legislatura sarà  a colpi di schede bianche. A largo del Nazareno, la sede del Pd, i colloqui tra Bersani, Enrico Letta e Dario Franceschini (mentre si vedono le diverse correnti democratiche) approdano alla decisione di continuare ad offrire al M5S (e ai montiani se non pretendono di portarsi appresso il Pdl) la corresponsabilità  » delle presidenze. Offerta rinviata al mittente.
I 5Stelle si scelgono i loro candidati (Roberto Fico alla Camera; Luis Alberto Orellana al Senato) e annunciano che andranno avanti con quelli. Non c’è trattativa possibile, perché «non daremo la fiducia a chi ha tradito in tanti anni la nostra»: chiude Vito Crimi. Per Bersani non fa la differenza: vuole tentare l’accordo in extremis. Nelle assemblee serali dei gruppi Pd, il segretario democratico spiega che «finora la nostra proposta di corresponsabilità  non è stata raccolta dalle altre forze. Propongo quindi di votare sia alla Camera che al Senato scheda bianca per continuare a lavorare per un accordo». Ecco, il punto sta tutto qui. Quale accordo e con chi? «Fino all’ultimo secondo, cercheremo l’intesa, da soli soltanto se costretti», ripete il leader del Pd a Montecitorio. Se l’accordo
non si dovesse in alcun modo raggiungere, allora il Pd voterebbe i suoi candidati Dario Franceschini alla Camera e al Senato Anna Finocchiaro. Ma a Palazzo Madama, il nodo è davvero intricatissimo: il centrosinistra non ha la maggioranza e, poiché per regolamento la quarta votazione prevede il ballottaggio dei candidati arrivati in testa, si rischia la débacle, se i montiani votassero con il Pdl. Nel Pd il segretario Bersani è in trincea sulla linea pro 5Stelle.
Ciascuna forza politica va quindi avanti per la sua strada, e tende a non scoprire le carte. Oggi comincia la Camera con tre votazioni (due al mattino, e una al pomeriggio): saranno a vuoto. E quasi contemporaneamente ci saranno quelle al Senato. Sarà  la quarta votazione, cioè domani mattina, quella decisiva. Anche Mario Monti ha dato indicazioni ai suoi di votare scheda bianca. Il premier uscente punta a un altro tipo di “corresponsabilità ”: vorrebbe cioè larghe intese, che
escludano i grillini. Bersani non è disposto ad aperture al Pdl di Berlusconi, consapevole che si vota sì per ruoli istituzionali, ma che qualsiasi maggioranza sarà  altresì letta come prova di alleanza di governo. Rinuncia all’Aventino, il Pdl, che dovrebbe a sua volta votare scheda bianca.
È nelle mani dei Democratici tuttavia, il pallino della complessa partita. Bersani può contare sull’appoggio dei “giovani turchi” – Fassina, Orfini, Moretti, Orlando – che in una riunione hanno confermato: mai con il Pdl, se convergere su un montiano al Senato rappresenta la chiusura all’intesa con i 5Stelle e un’apertura al Pdl, allora l’ipotesi è impraticabile. Impraticabile per i renziani – per la prima volta in un’assemblea di corrente con il sindaco “rottamatore” a Roma – è l’idea opposta: non si può continuare cioè, a corteggiare i 5Stelle. Quasi nessuno crede più nel Pd all’intesa con i grillini, neppure Letta e Franceschini.

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