Blitz nei cantieri della Tav “Ora commissione d’inchiesta”

by Sergio Segio | 24 Marzo 2013 8:59

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CHIOMONTE (TO). — Il patto della galleria prende forma verso mezzogiorno tra le benne e i caterpillar del cantiere Tav di Chiomonte. Capita quando Giorgio Airaudo, oggi deputato Sel, annuncia che «il Bersani di oggi è migliore di quello di ieri, più in grado di rispondere alle proposte dei grillini anche in tema di grandi opere». Senatori e deputati di Grillo, 61 in tutto, sono lì, in mezzo al fango, insieme ai parlamentari di Sel, a combattere insieme contro il supetreno e a chiedere, con il capogruppo al Senato Vito Crimi, «una commissione d’inchiesta contro questa devastazione». Per ora la devastazione è una galleria lunga 43,5 metri, poco più di un graffio nel fianco della montagna.
Servirà  la battaglia contro la Tav fatta insieme ai pontieri di Sel a rendere più malleabile il movimento 5 stelle nei confronti del segretario del Pd che tenta di formare il governo? Mentre si tiene la visita al cantiere, trenta chilometri più a valle, a Bussoleno, va in scena la clamorosa defezione di Laura Puppato che sconfessa allegramente la linea pro-tav del Pd dichiarando con semplicità  che «la Torino-Lione non è una priorità ». Anche una parte del partito di Bersani appoggerebbe dunque il patto della galleria? Stefano Esposito, il deputato del Pd che da più tempo si batte per realizzare la nuova ferrovia, cerca di vedere l’eventuale bluff. Raggiunge tra le pozzanghere del cantiere il deputato grillino Ivan Della Valle e spara la proposta indecente: «Se voi del 5 stelle votate la fiducia, noi rinunciamo alla Tav. Ci state?». Della Valle reagisce con sdegno: «Niente inciuci. Avete rovinato il paese per 20 anni». E Crimi aggiunge: «Contro la fiducia a Bersani siamo compatti». Fine delle consultazioni in alta quota, si torna ai più prosaici saloni di Palazzo Chigi.
Il blitz dei parlamentari nel cantiere di Chiomonte serve certamente a cementare il rapporto tra il movimento di Grillo e i comitati contro la Tav. Sull’autobus dei deputati e senatori 5 stelle salgono anche i leader dei centri sociali che hanno partecipato negli ultimi anni agli attacchi e alle sassaiole contro il cantiere. Non è certamente usuale vedere esponenti dell’area antagonista presentarsi come accompagnatori di deputati e senatori. Ma questo serve a entrare nell’area fino a ieri proibita e a scattare fotografie con le bandiere No Tav davanti alla contestata galleria. Uno scalpo. A nulla servono, naturalmente, le risposte dei tecnici del cantiere di Ltf che controbattono punto su punto alle accuse. Né vale quel che osserva il supertecnico Mario Virano: «Tutti i valichi alpini sono ormai ad altezza di quasi pianura perché solo così è conveniente attraversare le Alpi. Non si capisce perché il Frejus dovrebbe fare eccezione continuando a utilizzare una galleria di montagna». Ragionamento
non accoglibile, sostiene Nichi Vendola che definisce l’opera «faraonica e inutilmente costosa». «Vendola – replica Esposito – è favorevole all’alta velocità  tra Napoli e Bari che costa tre volte tanto la Torino- Lione». Il fatto è che la prima tocca la Puglia e la seconda no.
È nel pomeriggio, nella marcia sotto la pioggia da Susa a Bussoleno, che si misura il seguito reale del movimento contro il supertreno, rafforzato dal successo elettorale di Grillo. 15-20 mila persone percorrono gli 8 chilometri della marcia. Certamente un successo. Anche se una parte del movimento non apprezza la grillizzazione e se la prende con Vito Crimi gridandogli «il fascismo non è mai buono», con riferimento alle recenti infelici dichiarazioni degli esponenti del nuovo partito. Primi segnali di insofferenza di una valle che non sopporta di essere identificata con un gruppo parlamentare.

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