Bersani: proporrò il mio governo Ma dai grillini un altro stop “Non ti daremo mai la fiducia”

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ROMA — Nello Studio alla Vetrata il faccia a faccia più inedito e atteso Giorgio Napolitano l’avrà  con Beppe Grillo, e da qui capirà  se le speranze di Bersani sull’apertura dei 5stelle ad un suo tentativo siano fondate o meno. Cominciano, da stamattina alle 10, le consultazioni più difficili del settennato del presidente della Repubblica per tentare di assicurare un governo al paese. Consultazioni sprint, due giorni di colloqui, in processione al Colle i capigruppo parlamentari accompagnati stavolta dai rispettivi leader. In questa chiave ecco appunto la presenza di Grillo, capo del movimento, non quella di Casaleggio. Giornata clou quella di domani in cui oltre al M5S sfilano al Quirinale anche il Pdl (insieme alla Lega) e il Pd, che chiude il giro alle 18. Venerdì quasi certamente l’incarico (difficile infatti che possa arrivare già  domani sera, tempi troppo stretti).
In pole position resta il segretario dei democratici, che preannuncia quel che con i neo capigruppo Zanda e Speranza andrà  a dire al capo dello Stato: «Il Pd salirà  al Colle con la propria proposta, presa in direzione, poi naturalmente il percorso è nelle mani del presidente della Repubblica, nel quale abbiamo la massima fiducia». Dunque, la richiesta di affidare il mandato al leader dello schieramento che ha vinto le elezioni, come base programmatica gli otto punti e come prospettiva politica il tentativo di coinvolgere in primis i grillini. Napolitano potrebbe affidargli l’incarico, ma con il compito di tornare al Colle dopo un giro esplorativo avendo in tasca una vera maggioranza, se Bersani vuol affrontare la prova dell’aula. Il “metodo Grasso”, la scommessa cioè di andarsi a cercare in aula i numeri della fiducia, per il Colle non è una garanzia sufficiente. Anche perché i grillini continuano a sparare a zero. Vedi la prima uscita del nuovo responsabile comunicazione paracadutato a Palazzo Madama, dopo lo “scisma”. «Bersani è stato bravo, ha fatto una mossa astuta con Boldrini e Grasso — avvisa Claudio Messora — ma il movimento non darà  mai la fiducia a un governo guidato da lui». Nemmeno «se adotta il nostro programma», nemmeno «se cammina di notte sui ceci ».
Sull’altro fronte, le minacce di Silvio Berlusconi di dare il via ad una mobilitazione permanente, ad una «vera e propria guerra di libertà » come l’ha definita con i fedelissimi. «Dal Pd è partita una occupazione militare – accusa il Cavaliere – con presidenti delle Camere di sinistra, rifiuto di un presidente di garanzia al Quirinale, insulti come risposta alla nostra disponibilità  ». Il leader del Pdl aspetta l’esito delle consultazioni, dove tornerà  a insistere su un governo Pd-Pdl, ma dopo la manifestazione già  prevista sabato a Roma si prepara ad un’opposizione durissima, «fino all’ostruzionismo » ha anticipato ai suoi.
Ma da oggi tutto è nelle mani del presidente della Repubblica con le consultazioni, il cui calendario ha “ballato” fino all’ultimo aspettando la designazione dei capigruppo e anche per le novità  dell’ultimora. Come la decisione della Lega di presentarsi insieme al Pdl, e la nascita in extremis al Senato del gruppo socialista. Ma da stamattina tutti al Colle, apre il presidente del Senato Grasso e chiude domani pomeriggio alle sei il Pd. Unica eccezione il presidente emerito della Repubblica Ciampi: sarà  Napolitano a recarsi da lui, a Palazzo Giustiniani.


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