Bersani lancia la sfida, da Grillo nuovo no

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FIRENZE — Dritto per la sua strada, incurante delle offese: «Vorrei dire a Grillo che non m’impressiona, ho le spalle abbastanza solide per sopportare battute e insulti», sbotta Pierluigi Bersani. E al leader 5 stelle il segretario Pd lancia una sfida sui contenuti: «Io voglio fare una legge sui partiti e sono pronto a discutere del finanziamento pubblico alla politica. Ma se lui e i suoi dicono “tutti a casa”, poi ci vanno anche loro». Da Firenze è Renzi a incalzare Grillo spronando il Pd: «Il voto ci dice che la gente si è rotta le scatole. Tutti i partiti rinuncino al finanziamento pubblico, diano quei 150 milioni a un fondo per ristrutturare le case popolari », propone ieri di fronte a una platea di inquilini, persuaso a lanciare d’ora in poi varie proposte in materia sociale. Solo che il leader 5 Stelle non ci sente da quell’orecchio: «Il nostro motto resta quello di sempre: “tutti a casa”», dice al giovane fan che ieri lo va a trovare nel buen retiro di Marina di Bibbona. E in serata, in un’intervista alla Bild, conferma la linea dell’intransigenza e rilancia sull’Europa: «Niente governissimi. Sono un convinto europeo, vorrei un referendum on-line sull’euro».
Circondato dai malumori ma ancora persuaso dalla possibilità  di un accordo, Bersani sceglie la linea del contrattacco al leader 5Stelle: «Io a Grillo pongo una sola questione, che si chiama democrazia. Vuole parlare del finanziamento ai partiti? Ok. Però mi spieghi, quando facciamo la legge sui partiti, com’è la trasparenza e la partecipazione, come si eleggono gli organismi dirigenti, com’è il codice etico per le candidature. Facciamo questa sfida, perché parliamo di democrazia, che è un bene indivisibile », dice il segretario Pd nell’intervista a Presa diretta di Raitre. Della serie: basta insulti, anche Grillo si assuma le sue responsabilità . «Non ci può essere l’uomo solo al comando. Dopo Bersani c’è il Pd, dopo Grillo voglio sapere cosa c’è, non per Grillo ma per l’Italia. Su questo noi non molliamo, su tutto il resto si discute. Quel che hanno da dirmi lo dicano davanti al Paese, si prendano la responsabilità  », incalza il segretario.
Grillo però risponde picche: «Niente fiducia». Molti intravedono nell’intervista al settimanale tedesco Focus un’apertura alla fiducia da parte di Grillo: sì a un governo Pd-Pdl che si impegni subito su riforma elettorale e abolizione dei rimborsi ai partiti, è la linea che sembra emergere in mattinata. Ma più tardi è lui stesso a mettere mano alla tastiera per frenare seccamente sul blog: «Lo dico per l’ultima volta: nessuna fiducia ». «Se dovessi diventare premier farei ricomprare all’Italia tutti i suoi bond da paesi come la Francia e la Germania », aggiunge in serata alla Bild.
«Buona la proposta di Bersani ma Grillo è stato netto», non può che osservare Veltroni.
Nemmeno al leader di Sel Grillo riserva carezze: «Vendola si è “ingrillato” all’improvviso dopo le elezioni. Si è vestito di nuovo come le brocche dei biancospini. Sembra un’altra persona. Ha un rinnovato il linguaggio, comunque sempre variegato, e adopera inusitate e pittoresche proposizioni verso il M5S. Vendola ci ama», sostiene Grillo accusandolo di avere «due facce». Il governatore della Puglia non raccoglie: «Dobbiamo rispettare il nostro interlocutore », osserva.


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