Armando Trovajoli, l’uomo dei mille suoni
Armando Trovajoli se ne è andato a 95 anni, in silenzio e defilato come aveva vissuto per tanti anni. Ne ha dato notizia la moglie Maria Paola solo ieri, a cremazione avvenuta. È stato al cuore della musica da cinema italiana, lavorando a oltre 300 film e firmando commedie musicali come Rugantino o Aggiungi un posto a tavola . Canzoni quali Roma nun fa’ la stupida stasera – scritta per Nino Manfredi e Lea Massari, con testo di Pietro Garinei e Sandro Giovannini – sono incardinate dentro la storia della città , dei suoi odori, dei suoi umori, così come Ciumachella de’ trastevere (Lando Fiorini) o Nun je da’ retta, Roma (Gigi Proietti con testo di Luigi Magni). Impossibile separare il suo nome da registi come Vittorio De Sica, Dino Risi, Luigi Magni, Ettore Scola. Da film come Riso Amaro , Un giorno in pretura , La ciociara , C’eravamo tanto amati , Profumo di donna .
Nato a Roma il 2 settembre 1917, Trovajoli è stato pianista, compositore e direttore d’orchestra. Diplomato in pianoforte e composizione al conservatorio di musica di S. Cecilia a Roma, nel 1937 entra nell’orchestra di Rocco Grasso, che l’anno dopo lo vorrà come pianista nella propria band. Sono anni di esibizioni negli alberghi e nei night più rinomati del nostro paese. Tra i mille posti, si esibisce all’Hotel Excelsior di Roma e alla Capannina di Forte dei Marmi; il suo è un jazz che sonorizza e che sollecita il ballo, ad accompagnarlo c’è l’orchestra del trombettista fiorentino Pino Moschini. Infine nel 1939 suona con l’orchestra di Sesto Carlini, una delle più rinomate formazioni jazzistiche italiane dell’epoca. Sebbene il suo nome venga sempre associato a composizioni che hanno fatto la storia della musica popolare nostrana, in realtà Trovajoli è stato il jazz in Italia e anche grazie a lui quel suono ha potuto diffondersi.
Amava lo swing e per questo modellò il suo sestetto sullo stile di Benny Goodman; sarà anche chiamato a rappresentare l’Italia al Festival del jazz a Parigi esibendosi nel 1949 con Gorni Kramer e Gilberto Cuppini. Con il collega Piero Piccioni realizzerà poi in Rai un ciclo di trasmissioni radiofoniche che passeranno alla storia del jazz italiano. Dapprima chiamato «Musica per i vostri sogni» (da una serie omonima di incisioni discografiche da lui curate) e poi «Eclipse», quel programma riuscirà ad imporre per la prima volta nel nostro paese esecuzioni pianistiche jazz con orchestra d’archi. Non solo: da quel momento la Rai comincerà ad accogliere e promuovere una nutrita presenza di orchestre e piccole formazioni jazz. Negli anni si è esibito con Duke Ellington, Louis Armstrong, Miles Davis, Chet Baker, Django Reinhardt. Nel 1952 compone la colonna sonora di Anna , il film di Alberto Lattuada al cui interno figurava El negro Zumbon , una canzone divenuta un successo internazionale: momento indimenticabile della pellicola è quando Silvana Mangano balla e cantando – in playback, con voce prestata da Flo Sandon’s – il pezzo. Tra le sue colonne sonore più riuscite spiccano quelle per Il vedovo (1959, Dino Risi), Ieri, oggi domani (1963, Vittorio De Sica), Operazione San Gennaro (1966, Dino Risi), In nome del Papa Re (1977, Luigi Magni), Rugantino (1973, Pasquale Festa Campanile).
A partire dagli anni Novanta, il nome di Trovajoli è tornato di grande attualità in ambito pop internazionale grazie alla Generazione Cocktail, subcultura musicale dedita anche al recupero di colonne sonore anni ’50, ’60 e ’70 e spesso alla manipolazione di quei suoni. Grazie alla Cocktail Generation termini come lounge e cocktail music sono entrati nel linguaggio comunque e di conseguenza anche i mondi sonori e gli artisti ad essi collegati. In tal senso Trovajoli era un soggetto musicale perfetto, il suo jazz così levigato ispirava e sollecitava immersioni nei night club del passato e nelle colonne sonore che li evocavano.
Tra queste, perle come Sette uomini d’oro e il suo sequel, Il grande colpo dei sette uomini d’oro , pellicole in cui l’artista ricorreva al jazz evidenziando un tocco nitido, un fraseggio elegante e un insopprimibile ironia. Spesso erano le voci a smorzare i toni jazzistici e soprattutto nel tema principale, Seven Golden Men , I Cantori Moderni venivano mirabilmente «accoppiati» agli strumenti. Finché, qui e là , spuntava il solito fischio di Alessandroni. Nella colonna sonora era presente anche Brick Top , un brano presumibilmente dedicato all’omonima cantante (e locale notturno) statunitense. In seguito Trovajoli avrebbe esplorato altri generi. In Rapporto Fuller, base Stoccolma , lo «spy film» di Sergio Grieco del ’68, costruiva, ad esempio, un tema che rimandava ostinatamente a Take Five , il classico del Dave Brubeck Quartet, e che al contempo strizzava l’occhio ai suoni più rutilanti di John Barry.
Ne Il commissario Pepe (1969) privilegiava, invece, un soul jazz psichedelico mentre in Una magnum special per Tony Saitta evocava quel funk caratteristico del cinema blaxploitation Usa di inizio anni ’70. Anche la colonna sonora di Sessomatto è stata riscoperta dalla Cocktail Generation che si è riappropriata del tema, ampiamente saccheggiato, remixato e manipolato. Da qui un cd – Sessomatto Experience (1997) – in cui una teoria di dj (Karminsky Experience, Raphael Sebbag, Claudio Coccoluto e altri) si cimentavano con quel tema indimenticabile. E però la percezione che il grande pubblico ha sempre avuto del maestro è sempre stata legata alla musica leggera, alle collaborazioni con Mina, agli anni tv con la grande orchestra Rai, alla presenza come direttore d’orchestra a Sanremo nel ’53 quanto vinse arrangiando Viale d’autunno , a Che m’e’ mparato a ffa’ , lanciata e incisa nel 1956 da Sophia Loren.
Poi nel 1962 il trionfo. Trovajoli, che in precedenza aveva collaborato ad alcuni spettacoli di rivista, venne chiamato a comporre la musica per un film scritto da Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa. Il film doveva chiamarsi Rugantino , ma allora non venne realizzato; verrà realizzato nel 1973 con Adriano Celentano come attore protagonista. Il copione verrà , invece, ripreso da Garinei e Giovannini, che lo utilizzeranno per realizzare la famosa commedia musicale che porta lo stesso titolo e che avrà un enorme successo. Da allora Trovajoli non si è più fermato. Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, nel 2007 ha ottenuto il Premio Speciale David di Donatello alla carriera. Nel 2009 ha collaborato al nuovo disco di Renato Zero partecipando con lui e altri cantanti italiani al concerto allo Stadio Olimpico “Corale per l’Abruzzo”. Nel 2010 ha ricevuto il Premio Federico Fellini 8 1/2 per l’eccellenza artistica. Di lui resta un suono che continua a vagare di raccolta in raccolta, influente, evocativo e come sostenevano tanti colleghi, in perenne evoluzione.
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