Acqua. il Movimento del creato racchiuso in un bicchiere
Così per milioni di anni. Poi, un giorno, due laboriosi atomi di ossigeno si scontrano tra di loro nel preciso momento in cui vengono centrati da un atomo di idrogeno, estroso e vagabondo — e in quel preciso momento, successivo a miliardi di miliardi di altri momenti in cui gli atomi si sono scontrati a due, tre, quattro, mille per volta senza produrre nulla — in quel preciso momento comincia tutto. Non è solo vita, è anche una lezione di vita, nel senso che l’evento alfa contiene contemporaneamente tutta la complessità e tutta la semplicità di qualunque processo vitale. Troppo semplice non funziona. Troppo complicato nemmeno. Tutti e due i modi insieme invece sì — semplice e complesso funziona. Il prima è cancellato: si comincia da qui.
Ora pensiamo al bicchiere d’acqua che sto per bere. Sapete tutti benissimo la sensazione che mi procurerà : conoscete la consistenza dell’acqua al contatto con le cellule della cavità orale, conoscete la sua temperatura, sapete che le mie papille gustative resteranno inoperose, perché non avrà sapore. Ecco, ora lo bevo. D’un tratto sono alle prese con un’esperienza primordiale, di una semplicità assoluta, il grado zero delle esperienze — eppure l’affronto con passione, e bevo la mia acqua, tutta d’un fiato, e me la godo, sempre uguale, sempre perfetta, e ne esco appagato. Questo perché io sono acqua, appartengo al suo magico ciclo, e perciò ho sempre sete. Anche voi — è uguale per tutti — fateci caso: voi in questo momento avete sete. Magari non ci facevate caso — l’acqua non genera ansia — ma adesso che ci pensate sì, avete sete. Un bicchier d’acqua: vi è venuta voglia di berlo anche voi. Be’, fatelo. Non c’è nessuna ragione per privarsi di questo piacere. Alzatevi e bevetelo anche voi: sarà un’esperienza completa e appagante, come lo è stata per me.
In mezzo a questi due momenti, il momento alfa del cozzo fatale e il momento omega del nostro bicchier d’acqua, sta tutto il movimento del creato. Ci stanno drammi e trionfi, stragi e proliferazioni, declini ed evoluzioni, speculazioni, estinzioni, mutazioni, esodi, migrazioni, guerre, ingiustizie, rivolte, scoperte e miracoli divini; ci sta la distribuzione fatta dalla natura, violenta e casuale, dominante, indifferente, dirimente, e quella fatta dalle bestie, più utilitaristica e ingegnosa; ci sta la funesta modificazione del ciclo prodotta dalle azioni dell’uomo e la paziente, ostinata capacità del ciclo di autorigenerarsi; ci stanno la Storia e la Geografia, le Scienze, la Poesia, la Fisica, la Biologia, la Chimica, la Matematica, l’Archeologia — e ci sta la nuda esperienza del castoro, il liquido intelletto del pesce, la sapienza del campesino analfabeta. Ciò che ci riporta dritti all’inizio, non più a una semplice battuta di spirito, adesso, ma a un vero e proprio assioma — l’Assioma di Lenny Bruce: tutto può essere ridotto in polvere, e tutto in polvere sarà ridotto. Tranne l’acqua.
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