by Sergio Segio | 11 Febbraio 2013 8:02
ROMA — È l’Italia delle truffe e degli sprechi, segnata da ruberie e corruzione, frodi e distrazioni ma anche sbagli involontari che sono costati nel 2012 quasi 300 milioni di euro allo Stato.
Autori vari: dai grandi architetti internazionali come Calatrava che per errore ha creato un ponte «troppo scivoloso» a Venezia, al piccolo impiegato marchigiano che si è messo volontariamente in tasca le merendine destinate ai bambini della materna o a quello sardo che ha favorito un appalto in cambio di lavori a casa sua. Ma soprattutto una selva di consulenti inutili e ben pagati, dipendenti infedeli e corrotti, ammini-stratori smemorati capaci di acquistare immobili per poi non usarli o sovvenzionare con 600mila euro a Trieste un museo mai nato.
A fotografare l’Italia degli sprechi è un dossier della procura generale della Corte dei Conti basato sul lavoro dei procuratori regionali. Storie di malaffare quotidiano, figlio di impiegati a dir poco disattenti o corrotti. Come il parcheggio messo sotto sequestro a Genova perché costruito in un sito sottoposto a vincolo storico- paesaggistico, o il giro di mazzette nelle camere mortuarie degli ospedali milanesi. E ancora: le consulenze inutili della provincia di Napoli, l’erronea utilizzazione del tariffario da parte delle Asl calabresi per le prestazioni specialistiche e di laboratorio, operazioni spericolate con i derivati, abusi nella gestione del personale, omissioni nella riscossione dei tributi e multe in Abruzzo. Fino a casi di singoli travet o alti dirigenti che per frode o imperizia hanno causato danni alla pubblica amministrazione. Vedi Firenze dove il danno per gli errori nella gestione del personale ammonta a 50 milioni di euro.
Uno dei casi più eclatante del 2012, anche se fatto in buona fede, è stato il Ponte della Costituzione, dell’archistar spagnolo Santiago Calatrava, detto ormai a Venezia il “ponte dei ruzzoloni”. La Corte dei Conti ha riscontrato «comportamenti colpevoli del progettista e del direttore dei lavori» che hanno causato tanti scivoloni ai turisti e un danno all’erario di 3,467 milioni di euro. Mentre come cifra ai primi posti c’è sicuramente l’affaire rifiuti. Una citazione per un danno di 43 milioni di euro ha riguardato la gestione del contratto per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti nel litorale campano. Sul fronte immobiliare in Emilia spicca il caso dell’ufficio Inail che ha comperato palazzi poi rimasti inutilizzati provocando un danno di 3,3 milioni di euro.
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