SPAGNA. Diritto alla casa, mobilitazioni in tutto il paese

by Sergio Segio | 17 Febbraio 2013 8:30

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Quattro suicidi in quest’ultima settimana e un solo motivo: la perdita della propria casa. Un giorno ti arriva una lettera, ti avvisano che non hai più una casa e ti senti impatanato nelle sabbie mobili di un debito con la banca che non potrai mai pagare. In sei anni in Spagna hanno perso il diritto alla casa 420 mila persone per pignoramento e altre 220 mila per sfratto esecutivo. Quattro suicidi in una settimana ma anche una vittoria: martedì 12 febbraio è passata al Congresso dei deputati la Iniciativa Legislativa Popular (ILP).
Una svolta sostanziale per migliaia di persone, la possibilità  di uscire dal pantano del debito contratto con le banche e, soprattutto, una conferma: quando la cittadinanza si mobilita e organizza ci sono buone possibilità  di centrare l’obiettivo. Analizziamo, in sintesi, l’iter dell’Iniziativa Legislativa Popolare (Ilp). Raccolte più di 1 milione e 400 mila firme, superata l’ammissione, l’iniziativa arriva al Congresso dei deputati. Tre le proposte principali su cui si basa la Ilp: dacià³n en pago retroactiva , affitto sociale e fermo immediato degli sfratti esecutivi.
Uno dei motivi che ha generato un numero considerevole di sfratti e pignoramenti è stato l’impossibilità  da parte delle famiglie di pagare il debito che dovevano continuare a versare alla banca, nonostante avesserero già  perso la casa. Per questo la proposta cardine della Ilp è la dacià³n en pago retroactiva , ovvero la cancellazione del debito con la restituzione della proprietà  alla banca.
Pesano più di un milione e mezzo di firme, la pressione sociale e la spada di damocle di 17 persone che sono suicidate negli ultimi due anni in attesa degli ufficiali giudiziari. Anche il Partido Popular, da sempre contro la Ilp, toglie il veto e la proposta passa. La capacità  di vincolare un dramma concreto a un fenomeno più profondo. «Gli scandali per la corruzione e il tentativo costante di ridurre i diritti civili e sociali sono la caratteristica più sintomatica di questa fase della nostra democrazia in tempi di crisi – afferma Ada Colau, avvocata, una delle anime de la Plataforma, – una democrazia a bassa intensità  in cui, però, è importante sottolineare l’importanza della partecipazione diretta della cittadinanza che si oppone alla concentrazione del potere economico e finanziario».
Secondo Consuelo Obregòn, ricercatrice in Scienze Politiche dell’Università  Complutenee di Madrid: «per la prima volta dall’entrata in vigore della costituzione del 1978, gli strumenti dell’Iniziativa Popolare Legislativa e del referendum sono ripresi con vigore da molti movimenti che si occupano dei diritti civili».

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