Scissioni, scandali, calo di consensi ora la Lega rischia il Big Bang

by Sergio Segio | 21 Febbraio 2013 8:10

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MILANO – Il Veneto che ribolle, tra minacce di scissione e progetti di una «nuova Lega», dal momento che quella vecchia attraversa una paurosa crisi di consensi. Il Piemonte sempre più in bilico dopo le dimissioni di un assessore regionale leghista indagato, dimissioni congelate dal governatore Roberto Cota, ma che potrebbero addirittura portare alla caduta della giunta se Maroni dovesse perdere in Lombardia. E la prospettiva di una pesante ricaduta anche in Regione Veneto, dove le tensioni tra Pdl e Carroccio a quel punto potrebbero deflagare. Comunque vadano queste elezioni, non sarà  più la stessa Lega. Altro che macroregione: il partito di Maroni rischia di passare dal progetto del Grande Nord all’irrilevanza. Forse alla scomparsa. E c’è chi sta correndo ai ripari.
Gli scossoni più forti si registrano nel Veneto, dove i sondaggi danno la Lega in caduta libera, a tutto vantaggio dei grillini. E dove i bossiani epurati dalle liste son pronti a rialzare la testa, soprattutto se l'”usurpatore” Maroni dovesse perdere la battaglia della vita in Lombardia: nel qual caso la scissione viene data quasi per scontata. In questo quadro a dire poco movimentato si inserisce l’iniziativa di Flavio Tosi. Il segretario regionale del Carroccio, nonché sindaco di Verona, dovrebbe prendere la guida del movimento dopo Maroni (l’attuale segretario si dimetterà  in ogni caso). E guarda con crescente preoccupazione alla piega che han preso gli eventi, senza nascondere di avere altri progetti in testa. Il nuovo matrimonio, di pura convenienza, con il Pdl lo ha schifato: «Se non ci fossero state le elezioni regionali in Lombardia – ribadisce a tre giorni dal voto – la Lega non si sarebbe mai alleata con Berlusconi» La novità  è che questa Lega non gli piace e non gli basta, vuole costruire una “cosa” più larga, federata con altre forze, addirittura «più civica». Un “partito del Nord” molto più eterogeneo, o magari addirittura un contenitore nazionale finalmente sganciato dalla dicotomia Nord-Sud e destinato, secondo i suoi promotori, a scomporre il quadro politico che uscirà  dalle imminenti elezioni.
Il primo passo è stato fatto ieri sera, alla Fiera di Verona, dove si sono dati appuntamento gli aderenti a quella lista Tosi (parecchi pdl ora sospesi dal partito) grazie alla quale il sindaco è stato riconfermato un anno e mezzo fa al primo turno. Adesso quelli della lista invitano a votare Lega, e anche questo è un segno delle contaminazione che il sindaco ritiene ormai indispensabile, pena la morte per consunzione. Il titolo della serata dice tutto: «Guardiamo al futuro politico con Flavio Tosi». La domanda è: quale Lega? Una Lega nuova: «Più larga, che cambia pelle, federata con altri soggetti politici e in grado di raccogliere i consensi di chi non vota più», va ripetendo Tosi in queste settimane di passione che lo hanno visto impegnato non solo per la campagna elettorale. Domenica scorsa, per dire, dopo aver partecipato a Sirmione alla firma del patto per la macroregione tra i governatori in carica Zaia e Cota e l’aspirante Maroni, si è fiondato a Vicenza. Era l’invitato d’onore a una riunione della Dc di Gianni Fontana, suo concittadino. Che è intervenuto con parole che non sembrano lasciare dubbi su quel che bolle in pentola nel Veneto ex democristiano poi passato armi e bagagli alla Lega: «Abbiamo colto qualche segnale di novità  nell’esperienza nuova e diversa che nella Lega rappresenta Tosi; si tratta di prefigurare qualcosa di nuovo sotto il cielo, dopo che il voto di febbraio avrà  reso definitivamente morta e sepolta la Seconda Repubblica».
Gli eredi della Balena bianca sono una piccolissima parte, e non quella decisiva, della partnership che dovrebbe accompagnare il nuovo corso leghista. Si dice che Tosi abbia buoni rapporti con Corrado Passera, non a caso l’unico esponente del governo Monti invitato agli Stati generali della Lega a Torino, lo scorso settembre. E pure con Oscar Giannino Addirittura, e suona come una bestemmia nel partito, ha più di una volta sdoganato «la Puglia virtuosa di Vendola». Tutto in movimento, il rischio di scomparire è mortale.

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