Scandalo Libor, Ue pronta a multe miliardarie
MILANO — Secondo la lettura più accreditata, si tratterebbe di un avvertimento alle banche. Perché si decidano a collaborare e patteggino per avere sanzioni ridotte. In caso contrario, l’Unione europea è pronta a chiudere l’inchiesta che si trascina ormai da 18 mesi – e ad appioppare multe miliardarie. Fino al 30 per cento dei ricavi di ciascun istituto finanziario coinvolto.
Potrebbe avere una svolta clamorosa e, finanziariamente parlando, un conto assai salato l’esito conclusivo dell’inchiesta sulla manipolazione del Libor, Euribor e Tibor. Si tratta dei tassi di riferimento con cui le banche si prestano denaro e che, spesso sono usati anche come riferimento per le operazioni finanziarie, in primis la concessione dei mutui ipotecari.
L’ipotesi su cui ha lavorato l’Antitrust di Bruxelles è che questi tassi, invece di essere determinati dal mercato in base alle operazioni in corso, venisse in realtà deciso a tavolino e quindi manipolato. Una ipotesi che non è solo dell’Unione Europea, visto che sia la Fsa, l’autorità di controllo dei mercati inglese sia le autorità americane hanno già multato Ubs, Barclays e Royal Bank of Scotland.
E ieri il commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia ha confermato in parte le indiscrezioni della vigilia pubblicato sul Financial Times, ammettendo che l’indagine è stata allargata: non si è limitata a prendere in esame i tassi in euro e in yen giapponesi ma si è allargata ai franchi svizzeri. ha poi fatto capire che l’indagine è arrivata al suo capitolo conclusivo e che Bruxelles ha in mano armi sufficienti per imporre una transazione: «Per la prima volta da quando è scoppiato lo scandalo Libor, la violazione delle regole antitrust è stata ufficialmente riconosciuta nel recente accordo tra Rbs e le autorità americane ».
In particolare, Bruxelles sospetta l’esistenza di cartelli tra banche e broker nel settore dei prodotti derivati con l’obiettivo di realizzare profitti addizionali ingiustificati. La differenza tra le inchieste in corso nell’Unione Europea e quelle condotte negli Usa, ha spiegato Almunia, è che le autorità americane indagano sugli accordi successivi con certe banche, Bruxelles mette sotto tiro i cartelli trattando simultaneamente l’insieme dei soggetti. Il caso – ha commentato ancora il commissario all’Antitrust, ha «una priorità assoluta», essendo tali manipolazioni «una delle condotte più irresponsabili dell’industria finanziaria».
Se non si arrivasse a un accordo con le banche coinvolte, l’Antitrust può assegnare multe fino al 10% del fatturato per ogni filone delle inchieste in corso che riguardano
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