Produzione industriale «arretrata» di 22 anni

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MILANO — Indietro di 22 anni. La produzione industriale non è mai stata così bassa dal 1990. I dati Istat sono impietosi: la media 2012 dell’indice grezzo, quello cioè che misura il volume della produzione, risulta a 82,9, un valore che non si vedeva dal 1990, a conferma – se mai ce ne fosse ancora bisogno – della pesante stagnazione in corso.
La crisi ha portato continue perdite, variazioni negative nel livello di produzione, intervallate da brevi recuperi, che comunque non sono stati in grado di fermare l’emorragia. Hanno sicuramente pesato le chiusure e le pause di attività  nelle fabbriche a causa della recessione.
Colpisce come nessun settore sia stato risparmiato dalla crisi: il 2012 chiude in negativo per tutti i comparti. Basti pensare che gli autoveicoli segnano una discesa del 19,5%, che precipita al 26,5% se si guarda solo a dicembre. Male anche per il comparto dell’elettrotecnica e dell’elettronica (-10% il cumulato annuo); mentre per il farmaceutico il calo è stato dell’8%. Nel complesso dei comparti la contrazione annua è la più forte dal 2009, quando il tonfo fu a doppia cifra.
Va però anche detto che, restringendo l’analisi al solo mese di dicembre 2012, la produzione industriale italiana dopo tre mesi consecutivi di netta flessione, è tornata a salire, attestandosi a un -6,6% (contro il -7,7% di novembre). Una risalita che gli analisti giudicano coerente con i segnali di stabilizzazione forniti negli ultimi mesi dell’anno dalle indagini congiunturali, anche se non cambiano granché in termini di un 2012 fortemente recessivo per l’economia del Paese.
Dai dati Istat emerge un incremento della produzione in dicembre, seppure modesto e leggermente superiore alle attese. «Un segnale che il peggio potrebbe essere alle spalle – rileva l’economista di Intesa Sanpaolo Paolo Mameli – e il rimbalzo dei beni strumentali è di buon auspicio, è la prova che la domanda estera sta sostenendo la produzione». E poi aggiunge: «Questo dato è comunque coerente con la nostra previsione di un prolungamento della debolezza nei primi due mesi dell’anno, e di una lenta ripresa nella seconda metà  del 2013».
Secondo la stima Congiuntura Flash del Centro studi di Confindustria, l’inizio del 2013 vedrà  ancora un’attività  debole. In pratica, per i prossimi mesi ci si aspetta almeno un tamponamento dell’emorragia, mentre la strada da fare per recuperare richiederebbe una crescita molto sostenuta, visto che, secondo gli economisti di viale dell’Astronomia, la distanza dal picco pre-crisi (del 2008) sfiora il 25%.
Gabriele Dossena


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