Posti di lavoro e Innovare è l’ora dell’Industrial Compact

Loading

La sortita di Dassù è in perfetta sintonia con l’operato del commissario italiano a Bruxelles e responsabile Ue per l’industria, Antonio Tajani. Per Dassù le due leve fondamentali di una strategia europea sono il completamento del mercato unico e la creazione di un’area di libero scambio con gli Usa ma anche una politica attiva per reindustrializzare il Vecchio Continente. Del resto la seconda presidenza Obama si sta muovendo proprio in questa direzione perché tutto l’Occidente ha bisogno di produrre nuovi posti di lavoro e la sacrosanta scommessa sull’economia della conoscenza (in gergo «la strategia di Lisbona») si è rivelata quantomeno portatrice di una jobless growth, di una crescita senza nuova occupazione. Abbandonare la manifattura sarebbe dunque, per Dassù, un errore grossolano perché l’industria è un punto di forza non solo di Paesi come la Germania e l’Italia, ma dell’intera Ue.
L’industrial compact dovrebbe concretizzarsi in provvedimenti che rafforzino l’innovazione, dispieghino politiche commerciali più aggressive, scelte di approvvigionamento energetico pro industria e una combinazione degli interessi tra politiche ambientali ed esigenze della produzione. Stilando l’elenco viene da pensare che si tratta di misure che potrebbero rientrare nel novero di «una strategia del buonsenso» e non di un apporto originale, eppure la Ue finora è rimasta sorda a questo tipo di istanze. La verità  è che la Grande Crisi ha rimesso in discussione molti dei dogmi economici che prima professavamo ma il pensiero di Bruxelles è rimasto indenne da tentazioni di ripensamento e di discontinuità .


Related Articles

La marmellata dei diritti

Loading

Chissà  se è stata veramente detta l’ultima parola. Per ora, si sa che, sulla riforma del lavoro, le cose hanno preso la piega che il governo voleva sin dall’inizio. Il suo obiettivo era quello di restituire all’impresa la libertà  di gestire la manodopera che le aveva tolto la prima legge in materia di licenziamento entrata in vigore nel luglio del 1966 malgrado l’aperto dissenso della Cisl e dei suoi parlamentari.

“Ma il governo ha risposto bene alla crisi e se aspettavamo industriali per Parmalat…”

Loading

Il ministro della Funzione Pubblica Brunetta: abbiamo riformato Finanziaria, scuola, sanità  e la scossa economica ci sarà . Abbiamo tenuto dritta la barra sulla spesa pubblica, tagliando l’impossibile e prendendoci gli insulti di mezza Italia. Vogliamo approvare la legge delega in autunno e fare i decreti attuativi nel 2012 con effetti nella legislatura successiva

Pensioni, bilancio sociale Inps; il 43% dei pensionati sotto 1.000 euro al mese, 2 milioni di persone sotto i 500 euro

Loading

Nel 2013 quasi la metà dei pensionati (il 43,5%, pari a 6,8 milioni di persone), aveva un reddito pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese. Lo si legge nel Bilancio sociale Inps

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment