Pisapia «amareggiato» per l’allarme Usa

by Sergio Segio | 11 Febbraio 2013 7:46

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MILANO — La giornata inizia con una reazione infastidita: «Sono molto rammaricato, stupito», spiega il sindaco Giuliano Pisapia ai microfoni del Tg1. E aggiunge: «Credo che il console debba dare dei chiarimenti». L’allerta del consolato Usa sull’aumento della criminalità  di strada a Milano riporta la città  indietro di qualche anno. Al tempo (2007 e dintorni) in cui un altro sindaco in carica, Letizia Moratti, organizzava un corteo per chiedere più poliziotti e carabinieri in città ; momento storico in cui la politica spremeva fino all’osso il tema della sicurezza per guadagnare consenso elettorale. E infatti, ieri, la domenica in cui Milano inaugura la quarta linea del metrò viene scandita dagli attacchi del centrodestra. Due per tutti: «La Milano di Pisapia spaventa anche gli americani: troppi crimini», twitta Roberto Maroni, in corsa per le elezioni regionali lombarde. E l’ex vicesindaco, Riccardo De Corato, chiede «il ritorno dei militari nelle strade». Così è lo stesso console Usa, Kyle R. Scott, a dover precisare: «I diplomatici americani si sentono tranquilli a camminare per le vie del centro di Milano di notte con le proprio famiglie, cosa che fanno spesso». Alla fine, in serata, il sindaco Pisapia ridimensiona l’incidente: «Milano è una città  sicura e tutti, milanesi e stranieri, possono stare tranquilli, come confermano i rappresentanti diplomatici dei Paesi esteri». Polemica chiusa? Non del tutto.
Per mettere ordine, però, bisogna partire da un’altra domanda: chi ha ragione? Il consolato Usa (che nell’avviso diffuso tra i residenti americani ha raccomandato di mantenere «un livello alto di vigilanza e prendere le misure appropriate per aumentare la sicurezza personale»), il centrodestra che descrive una Milano violenta da film anni Settanta o il centrosinistra, al governo di una «città  tranquilla»?
Per rispondere bisogna ripartire dalle parole pronunciate a fine anno dal questore Luigi Savina, dirigente di polizia serio e attento, che con senso di responsabilità  ha descritto i trend del crimine a Milano nel 2012: i reati in generale sono calati dell’8 per cento, ma c’è stato un aumento di scippi (più 15%), borseggi (più 0,5%) e furti in abitazioni e negozi (più 1,5 e più 5 per cento). Il messaggio dunque è stato: le forze dell’ordine lavoreranno di più sulla prevenzione, con il massimo impegno; allo stesso tempo è bene che i cittadini si «proteggano» di più (ad esempio evitando distrazioni come quella di proclamare a mezzo mondo — lo ha fatto qualche tempo fa Belén Rodriguez via Twitter, che ha poi subito un furto — che si starà  via da casa in vacanza per qualche settimana).
La Milano reale, quella che sfugge alla politica, è una metropoli che condivide con buona parte d’Italia un aumento della microcriminalità . Ma non è paragonabile né a un paesotto scandinavo con una rapina all’anno (tendenza comparativa del centrosinistra), né a una megalopoli del centro-America in mano ai narcos (visione apocalittica di centrodestra). Lo conferma un’analisi del Corriere su dati dei dipartimenti di polizia di New York, Chicago, Washington e Los Angeles. Tutte queste metropoli hanno tassi di criminalità  relativi a omicidi, rapine in strada e violenze sessuali superiori a quelli di Milano.
Nel pomeriggio, così, il consolato Usa ha ridimensionato l’allarme: «È una procedura standard quella di avvisare gli impiegati di casi di reati avvenuti in aree in cui vivono o che frequentano abitualmente. Per prassi mandiamo la stessa notifica ai cittadini americani». E ancora: «Gli americani che vivono in grandi aree metropolitane sono abitualmente avvisati di prendere normali precauzioni, come ad esempio conoscere il proprio quartiere e chiudere a chiave la porta di casa». Perché, in realtà , è di cose del genere che si parlava nell’avviso. E così il prefetto, Camillo Andreana, riflette: «Mi sorprendono, ignorando il contesto specifico da cui sono nate tali affermazioni, i suggerimenti dati, che sono assolutamente elementari e non proporzionati a un ritenuto e immaginato allarme». E per concludere: «Questi consigli sono spendibili in ogni città  del mondo». Da Milano a New York.

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