Peugeot, via libera di Bruxelles agli aiuti del governo francese

by Sergio Segio | 12 Febbraio 2013 7:50

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BRUXELLES — La Commissione Ue ha approvato ieri un primo aiuto di Stato che la Francia ha dato alla Banque PSA Finance, il braccio finanziario del gruppo automobilistico PSA, il maggior produttore d’Oltralpe che comprende tra l’altro i marchi Peugeot e Citroen. Tuttavia, nonostante l’aiuto sia diretto alla banca, Bruxelles ha messo come condizione al proprio via libera di conoscere e approvare il piano di ristrutturazione industriale di tutto il gruppo.
Peugeot-Citroen si trova da qualche tempo in gravi difficoltà  finanziarie e ha chiesto aiuto allo stato francese. Una prima boccata di ossigeno è arrivata sotto forma di garanzie pubbliche su una emissione di bond che la banca PSA ha lanciato per un totale di 1,2 miliardi di euro. Si tratta solo di un antipasto del pacchetto complessivo di aiuti, che Parigi ha cifrato a sette miliardi di euro.
La Commissione europea però, a dicembre scorso, ha giudicato che la garanzia pubblica costituisse aiuto di stato, ed ha intimato alla Francia di notificare il provvedimento a Bruxelles. Ieri è venuto il via libera provvisorio. Tuttavia, poiché il ruolo della banca è quello di finanziare l’attività  commerciale di PSA, in particolare garantendo finanziamenti ai clienti per l’acquisto di auto,
l’aiuto dato alla banca si configura come un sussidio a tutto il gruppo. Da qui la richiesta dell’Antitrust europeo di prendere visione di tutto il piano di ristrutturazione industriale di PSA.
Di finanziamenti alle banche si è parlato ieri anche in apertura dell’Eurogruppo, la riunione dei ministri economici della zona euro per la prima volta presieduto dall’olandese Jeroen Dijsselbloem che ha sostituito il lussemburghese Jean-Claude Juncker. Entro giugno, i ministri devono approvare il meccanismo che
consentirà  al fondo salva stati ESM di intervenire direttamente per ricapitalizzare le banche in difficoltà . E’ un passo considerato fondamentale per spezzare il circolo vizioso tra crisi bancarie e debiti sovrani, ma su cui la Germania nutre forti perplessità . Uno dei timori avanzati ieri è che l’aiuto alle banche possa prosciugare le riserve del fondo, che potrebbe così trovarsi sguarnito nell’eventualità  di dover venire in aiuto di un governo. Tra le possibili soluzioni prospettate ieri c’è, per ammissione dello stesso Dijsselbloem, l’eventualità  di porre un tetto all’ammontare della ricapitalizzazione che il fondo potrà  finanziare direttamente.
Altra decisione discussa ma rinviata è il salvataggio di Cipro, che ha bisogno di 17 miliardi per ricapitalizzare le proprie banche «contagiate» dalla crisi greca. La decisione slitterà  a dopo le elezioni presidenziali che si tengono nell’isola la prossima settimana, visto che toccherà  al nuovo governo negoziare il piano di riforme che l’Europa pone come condizione al salvataggio. I ministri infine hanno discusso anche del rafforzamento dell’euro, che suscita l’inquietudine del governo francese ma viene considerato «positivo» dai tedeschi e dai Paesi del Nord. L’obiettivo è quello di definire una posizione comune da difendere alla prossima riunione del G20, che si terrà  a Mosca a fine settimana.

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