by Sergio Segio | 12 Febbraio 2013 7:52
MILANO — La scure di Pietro Scott Jovane cala sulla Rcs Mediagroup. Nel piano editoriale presentato ieri mattina dall’amministratore delegato della casa editrice milanese al Comitato aziendale europeo del gruppo (Cae), sono previsti 800 esuberi (di cui 640 in Italia e 160 in Spagna) e la chiusura o vendita di dieci testate di Rcs Periodici. Tra i magazine in via di chiusura o dismissione vi sono alcune testate storiche: A, Bravacasa, Yacht & Sail, Max, L’Europeo, Astra, Novella 2000, Visto, Ok Salute e il polo dell’enigmistica. Inoltre Jovane ha previsto lo spostamento delle sedi del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport da Via Solferino a via Rizzoli, in un’ottica di valorizzazione degli immobili situati nel centro di Milano e che ospitano le redazioni dei giornali fin dal 1904.
Era dal 19 dicembre dicembre scorso che in azienda si attendevano le mosse ufficiali di Scott Jovane, cioè da quando il nuovo a.d. aveva presentato il suo piano di ristrutturazione editoriale al consiglio di amministrazione che l’aveva approvato. Forse voleva attendere l’esito delle elezioni ma l’andamento sempre più negativo del mercato ha impresso un’accelerazione ai tempi. Sembra che la raccolta pubblicitaria a gennaio abbia segnato un meno 10%, comunque meglio del meno 20% registrato da Mediaset. Se da una parte risulta evidente che il mercato è in forte contrazione dall’altra non tutti sono convinti che il piano di Scott Jovane sia la medicina giusta e soprattutto che il manager sia in grado di realizzarlo. «Le prospettive di sviluppo del fatturato di gruppo – scrive il Cae in una nota – affidate in larghissima parte alle attività collegate al digitale, sono tutte da verificare nella loro realizzazione concreta, e ancora indeterminati sono gli ambiti di intervento degli investimenti industriali previsti ».
Anche agli occhi di alcuni azionisti, quelli più spiccatamente industriali, il piano di Scott Jovane è apparso un po’ “teorico” e il suo modo di procedere in azienda troppo lento. Le incertezze sono tali che nelle prossime riunioni del cda alcuni consiglieri potrebbero mettere sul piatto il tema della concentrazione dell’azienda nelle aree dove è più forte. In pratica qualcuno vorrebbe considerare la vendita delle attività in Spagna, quell’Unedisa che nel 2007 è costata più di un miliardo di euro e ha fatto esplodere l’indebitamento.
Le incertezze sul piano di Scott Jovane gettano ombre anche sulla ricapitalizzazione prevista ma non ancora decisa nell’ammontare. E sulla ristrutturazione dell’indebitamento bancario che a settembre scorso ammontava a 875 milioni. Il giro di tavolo operato dall’advisor Credit Suisse tra i vari azionisti a gennaio non ha portato numeri precisi. Il primo azionista Giuseppe Rotelli, che era sempre stato favorevole a un aumento di capitale il più ampio possibile, ora sembra stia frenando. Mediobanca e Fiat non vogliono certo svenarsi, Pesenti vuole limitare l’esborso al minimo, Bazoli deve affrontare il suo rinnovo al vertice di Intesa Sanpaolo che non appare più così scontato, mentre Della Valle seguirà l’aumento obtorto collo essendo ormai fuori dal cda. Insomma una situazione a dir poco disallineata che non sarà facile comporre. Intanto i giornalisti del Corriere, riunitisi in assemblea ieri pomeriggio, hanno deciso di essere in edicola oggi con un comunicato che partirà dalla prima pagina e hanno affidato al cdr un pacchetto di 10 giorni di sciopero.
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