Orsi in cella: «Inquinava l’inchiesta»

by Sergio Segio | 13 Febbraio 2013 7:17

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BUSTO ARSIZIO (Varese) — Il presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi deve essere arrestato perché ha pagato tangenti per 28 milioni di euro mascherandole da consulenze tecniche inesistenti, perché ha mentito ai magistrati e agli organismi di vigilanza interna del gruppo e perché ha tentato di far rimuovere il pubblico ministero che indagava su di lui in quanto «troppo zelante».
«Avvocato, ma cosa sta succedendo…?»: alle sei del mattino, con i carabinieri del Noe che gli sono arrivati nella casa di Sesto Calende, sul lago Maggiore, il top manager di uno dei principali gruppi industriali d’Italia non riesce a spiegarsi il precipitare degli eventi. Già , come mai Orsi ieri è finito in carcere (e il presidente di Agusta Bruno Spagnolini è ai domiciliari) per accuse che erano note ormai da un paio d’anni? Semplice, perché nel frattempo diverse cose sono cambiate, come narrato nell’ordinanza richiesta dal pm di Busto Arsizio Eugenio Fusco e concessa dal gip Luca Labianca. La vicenda è sempre quella della vendita di 12 elicotteri Agusta Westland al governo indiano, un appalto da 560 milioni di euro che Finmeccanica si sarebbe assicurata pagando tangenti al governo locale, in particolare al capo di stato maggiore dell’aeronautica Sashi Tyagi.
Fino a ieri si riteneva che le accuse discendessero dalla deposizione di Lorenzo Borgogni, ex manager del gruppo che, accantonato da Orsi, si vendicò raccontando quel che gli era giunto all’orecchio ai magistrati. «Ma i fatti descritti nei capi d’imputazione sono realmente accaduti»: e qui l’inchiesta fa un balzo in avanti perché a parlare è Guido Haschke, il mediatore che partecipò in prima persona alla trattativa inconfessabile e che assieme al suo socio Carlo Gerosa è a sua volta colpito dall’ordinanza. Ma Haschke e Gerosa sono residenti a Lugano e al momento sono dunque liberi.
«Preferirei rimanere fuori da questa storia» dice Haschke raggiunto ieri al telefono. Ma con il pm Fusco, il 13 e 14 novembre del 2012 il mediatore svizzero era stato assai più loquace. Haschke (ed è questa la novità  più rilevante) aveva infatti raccontato di aver concordato tutto con Orsi e Spagnolini: questi ultimi avrebbero messo a disposizione dei mediatori circa 30 milioni di euro, comprensivi del loro compenso e anche delle mazzette da pagare agli indiani.
Haschke entra nel dettaglio e svela anche come quel pagamento venne reso presentabile: con consulenze tecniche (il riversamento in immagini 3D dei progetti degli elicotteri) per complessivi 28 milioni che Agusta pagò a due società , la Ids India e la Ids Tunisia, riconducibili ai consulenti stessi. «Ma quelle erano scatole vuote e il costo reale sostenuto per la consulenza tecnica era l’1,5% della somma» ammette candidamente Haschke. Eppure «Orsi e Spagnolini hanno insistentemente negato alla vigilanza interna l’esistenza di consulenze» dice l’ordinanza. Non è questo l’unico motivo che ha fatto scattare gli arresti. I giudici citano anche un tentativo di togliere l’inchiesta al pm Eugenio Fusco, arrivato a Busto nell’estate 2012 per coprire provvisoriamente un posto vacante ma che aveva affrontato di petto il fascicolo Finmeccanica. Orsi attiva al proposito gli ex magistrati milanesi Grechi e Blandini e l’ex toga veneziana Romei Pasetti (tutti assunti all’interno di Finmeccanica). Partono telefonate «a utenze in uso al Csm» (e secondo un’informativa dei carabinieri il numero è quello del presidente Vietti) perché intervenga. «I magistrati sono stati usati per sviare le indagini» conclude l’ordinanza.
«È un provvedimento autolesionistico per l’economia italiana e devastante» afferma il professor Ennio Amodio, difensore di Orsi. Che aggiunge: «Altro che pressioni indebite e inquinamento delle prove: in questi mesi abbiamo sempre prodotto alla Procura documenti, testimonianze, elementi in grado di dimostrare che tutti i pagamenti effettuati sono regolari».

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