by Sergio Segio | 26 Febbraio 2013 13:43
TORINO. Val di Susa ultra grillina, Piemonte – per un pugno di voti – quasi berlusconiano. Sintesi brutale, ma reale. Il centrosinistra tiene a Torino, alla Camera e nella circoscrizione Piemonte 1, ma, salvo sviluppi al fotofinifh, non riesce a conquistare la maggioranza al Senato di una regione che nei sondaggi non sembrava in bilico: 29,6% di Pd-Sel contro il 29,7% di Pdl-Lega. Viene premiato un centrodestra travolto dagli scandali giudiziari, nonostante il voto al Carroccio (che con il governatore Cota detiene lo scranno più alto di piazza Castello) sia più che dimezzato, 5% (era al 12). E poi, lassù sui monti, ci sono i risultati bulgari di quella valle in lotta, che è diventata un simbolo da Bolzano a Palermo. A Venaus, borgo di 900 anime, che nel 2005 è stato l’epicentro della protesta No Tav, il Movimento 5 stelle ha ottenuto il 46,9% al Senato (278 preferenze su 609 votanti), seconda Rivoluzione civile (20,7%), che qui candidava il sindaco del paese, Nilo Durbiano.
A Torino città si è votato meno del 2008, ma più che nel resto d’Italia (77,1% rispetto al 78,4%), il Pd con il 29,1% alla Camera resta il primo partito, seguito dal M5S 25,8%, un risultato molto significativo visto che alle comunali del 2011 guadagnò il 5,26%. A Mirafiori, storico quartiere operaio, i grillini hanno pareggiato il Pd alla Camera, mentre a Barriera di Milano (29,1%) e Borgo Vittoria (31,2%), quartieri popolari considerati tradizionalmente di sinistra, hanno addirittura superato Bersani. Terza forza, in calo, il Pdl al 17%. A sinistra, Sel al 4,7% e Rc al 2,7%. Se l’affluenza nel Piemonte 1 rispecchia quella del capoluogo, è calata invece di sette punti nel Piemonte 2 (75%), soprattutto nelle roccaforti leghiste, nel Verbano e nel Cuneese. Vince Berlusconi e Monti non sfonda ma non sfigura come altrove (12%).
In Val di Susa dove i Cinque stelle sono, con oltre il 40%, il primo partito, a Susa come a Bussoleno, i risultati irrobustiscono le percentuali che nel 2010 costarono la presidenza della Regione a Mercedes Bresso. «È stato un referendum e ha vinto il No alla Tav», così Alberto Perino. «Abbiamo già pronta una legge per l’abolizione dell’accordo tra Francia e Italia», aggiunge Marco Scibona, valsusino, capolista al Senato per il Movimento 5 Stelle.
Testa a testa per tutto lo spoglio tra centrodestra e centrosinistra per contendersi il pacchetto di maggioranza al Senato. «Il giudizio verso il centrodestra non è stato così netto come speravamo», ha commentato il segretario regionale del Pd, Gianfranco Morgando: «Il fenomeno Grillo ha intercettato anche consenso nel centrosinistra, il che pone naturalmente il problema di comprenderlo e di rispondere». Il modesto, per quanto significativo, successo del centrodestra al Senato, farà probabilmente guadagnare 13 seggi e uscire dall’imbarazzo il traballante Cota, dopo gli scandali (da «rimborsopoli» all’indagine sulla corruzione con le dimissioni dell’assessore, Massimo Giordano): «Con il successo di Maroni il progetto di macroregione del Nord sta per prendere corpo».
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