by Sergio Segio | 17 Febbraio 2013 8:36
WASHINGTON — Senza annullare le valutazioni di giovedì scorso sulla necessità di non rinunciare alla «spinta» al cambiamento delineato dal governo di Mario Monti, la Casa Bianca ha pubblicamente escluso di volersi intromettere in una campagna elettorale all’estero. «Gli Stati Uniti non si schierano né appoggiano partiti in occasione delle elezioni in altri Paesi. Sulle elezioni in Italia decide il popolo italiano», ha sostenuto Caitlin Hayden, la stessa portavoce della presidenza degli Stati Uniti che si era pronunciata alla vigilia dell’incontro di venerdì tra Barack Obama e Giorgio Napolitano. Questa autocertificazione di imparzialità è stata diffusa mentre il capo dello Stato italiano ha fatto diffondere una nota per confutare l’accusa di essersi sbilanciato al di là dei suoi doveri, addebito rivoltogli dal Pdl nonché da formazioni risentite da sue parole sul «populismo».
«È palesemente infondato e del tutto gratuito parlare — a proposito della visita del presidente della Repubblica a Washington — di “ingerenza” nella campagna elettorale», è stato scritto nel foglio diffuso a Washington prima della partenza di Napolitano per Roma. Dopo aver ricordato di aver fatto presente a Obama gli sforzi che hanno permesso all’Italia si mettersi alle spalle il rischio di un «vero collasso» finanziario, in una conferenza stampa di venerdì Napolitano aveva affermato: «Ho un po’ deplorato il fatto che in questa situazione si finisce, anche da parte di qualche partito che ha sostenuto per 13 mesi tutte le decisioni del governo Monti, per dare dei giudizi liquidatori su quelle stesse scelte e sui loro risultati». Le reazioni negative del Pdl, il partito più riconoscibile in quella descrizione, ieri sono proseguite. Maria Stella Gelmini ha attribuito a Napolitano un’«ingerenza indebita», Maurizio Bianconi è arrivato a dichiarare che se sarà rieletto chiederà la sua «messa in stato d’accusa».
Ecco il resto della nota del Quirinale: «L’incontro con il presidente Obama si è aperto con brevi dichiarazioni dinanzi a stampa e tv: il presidente degli Usa ha ribadito il suo ben noto apprezzamento per i progressi compiuti dall’Italia, e a Napolitano è sembrato giusto sottolineare che essi erano stati possibili grazie al sostegno parlamentare di diverse e opposte forze politiche. Più tardi, in conferenza stampa con i giornalisti italiani, il capo dello Stato ha rilevato come da qualche parte si sia passati dal sostegno ai provvedimenti del governo a giudizi liquidatori. Rispetto alle forze in campo nella competizione elettorale in Italia, Obama si è astenuto da qualsiasi apprezzamento nei confronti di chiunque. Non solo in pubblico, ma anche nel colloquio a porte chiuse, si sono tenuti comportamenti assolutamente impeccabili».
Per risparmiarsi gialli sulla condotta di Napolitano, definito da Obama «un leader straordinario, non soltanto in Italia, ma anche in Europa», il Quirinale ha messo su www.quirinale.it quanto detto alla Casa Bianca davanti a giornalisti e tv. «L’Italia ha fatto notevoli progressi negli ultimi 14 mesi. Il governo italiano li ha realizzati con il sostegno parlamentare di diverse, e persino opposte, forze politiche, e con la comprensione dei diversi gruppi sociali e di tutti i cittadini. Questo progresso deve continuare e continuerà perché l’Italia ne ha bisogno, l’Europa ne ha bisogno», aveva osservato Napolitano. In serata, poi, si è espresso così nell’ambasciata d’Italia: «Dall’Amministrazione statunitense c’è stato un grandissimo rispetto, mantenendo un doveroso distacco dalle vicende elettorali che dominano la scena politica italiana e un po’ la alterano, come sempre accade nel fuoco della polemica elettorale».
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