by Sergio Segio | 21 Febbraio 2013 7:47
MILANO – Corrigendum. Una piccola correzione, chiesta dalla Commissione europea per autorizzare il decreto sui “Monti bond” da 4 miliardi destinati a Mps. Ma una correzione carica di effetti, perché può rendere il Tesoro azionista a Siena già tra un anno. A Bruxelles i funzionari incaricati di allineare il prestito alle “linee guida comunitarie sugli aiuti di stato a banche in crisi”, hanno apportato – nel parere del 12 febbraio rintracciabile sul sito europa.eu – una significativa modifica, che riguarda il pagamento degli interessi. Solo quelli maturati al 31 dicembre 2012 saranno regolabili con altri bond, mentre da quest’anno Mps dovrà corrispondere il tasso (9%) in contanti, e se non bastano aggiungere azioni. La prima emissione, entro il 1° marzo, sarà 3,9 miliardi, cui seguiranno dopo l’ok al bilancio 2012 (rosso previsto 2 miliardi) 171 milioni di altri bond per le cedole su 1,9 miliardi di “Tremonti bond” in essere. Nella primavera 2014, invece, i 400 milioni di interessi andranno pagati in denaro vero; e molti ritengono che la banca – con redditività e utili azzerati da anni di scorribande manageriali (ora al vaglio dei pm senesi, con 15 indagati) – dovrà accogliere il Tesoro nel capitale. È improbabile che Mps guadagni 400 milioni quest’anno.
Non è certo l’esito che il governo Monti auspicava, come prova il passato braccio di ferro a colpi di emendamenti a riguardo. Ma nell’iter di gestazione del decreto le possibilità di pagare gli interessi con nuovi debiti si sono ridotte, e ora l’Europa le limita al vecchio prestito. Dato che nel 2014 è in agenda la ricapitalizzazione da 1 miliardo dedicata al mercato che la fondazione Mps non sottoscriverà – mancano i soldi – non è irragionevole stimare un azionariato Mps con l’ente locale e il Tesoro soci di peso, più eventuali nuovi soci privati. Un problema anche politico per il prossimo governo; ma via XX settembre non ha alternative, ed entro febbraio darà l’approvazione finale. Prima, già oggi, la Corte dei Conti valuterà la congruità dell’impegno finanziario dei Monti bond, e il Tar Lazio deciderà – dopo tre ore di camera di consiglio ieri – se sospendere il prestito, come chiesto dal Codacons che vuole altri accertamenti sui bilanci Mps.
La giornata è notevole anche sul fronte dell’inchiesta giudiziaria, perché i tre pm Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso saliranno a Milano per interrogare, in carcere, Gianluca Baldassarri. L’ex capo dell’area finanza, accusato di associazione per delinquere, truffa e ostacolo alla vigilanza, dovrebbe essere chiamato a rispondere di quest’ultimo reato, che verte attorno al contratto segreto 2009 con Nomura per ristrutturare il titolo tossico “Alexandria”. Baldassarri fu regista di quell’operazione, firmata con lui dal dg Antonio Vigni, e avallata dal presidente Giuseppe Mussari. Mussari e Vigni sono stati perquisiti martedì sullo stesso filone.
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