by Sergio Segio | 17 Febbraio 2013 8:31
ROMA — «Con la crisi economica e il vento di rinnovamento che abbiamo portato è saltato il tappo che aveva tenuto coperta a lungo una situazione sempre insostenibile», dice Mario Monti con un linguaggio molto aspro nei confronti dei competitor. «Dietro — prosegue Monti — la virulenta avversione dei partiti che volevano distruggersi l’un l’altro, ha proliferato un sistema di incompetenza diffusa, di gestione inefficiente, di relazioni pervasive tra gruppi di potere, di corruzione e spreco nelle amministrazioni regionali, di zone d’ombra nella gestione delle grandi imprese di Stato, di commistione tra politica e banche». A giudizio del Professore, «dietro l’Italia effervescente del confronto politico c’è l’Italia stantia dei gruppi di interesse consolidati, dei gruppi di potere politico, delle cordate di interessi particolari», ecco perché, insiste, «non possiamo lasciare il campo al populismo o all’illusionismo dei pifferai magici». Non solo. Monti difende il suo impegno politico e l’attività del suo governo. E nel farlo non esita a ripetere espressioni assai dure, alludendo alle critiche che giungono dal Pdl. «Cialtrone — argomenta — era una parola usata non nei confronti di un partito ma di una posizione particolare tenuta da esponenti di quel partito che non rende giustizia al fatto che gli italiani hanno una memoria».
Monti? Un politicante
Silvio Berlusconi liquida gli attacchi di Monti con un «quando ha parlato di “cialtroni” è stato il momento più basso: questo signore si è fatto nominare senatore a vita e io ho controfirmato; aveva promesso che non avrebbe approfittato della pubblicità del suo ruolo di premier per candidarsi e invece ora fa il politicante, è una delle mie più grandi delusioni». Il Cavaliere è altresì convinto che «Monti e Bersani abbiano già fissato le nozze per il dopo voto con la benedizione della Germania e della Merkel», anche se pronostica che «il centrino del signor Monti non ce la farà mai a entrare nelle Camere». L’ex premier definisce, ancora una volta, «una mascalzonata» e nega di avere portato il Paese sull’orlo del baratro. Oltre alla «restituzione dell’Imu entro maggio», il Cavaliere pensa anche «a introdurre lo strumento della cauzione per evitare che i cittadini che non hanno subito una sentenza definitiva possano finire in carcere» e rilancia «l’amnistia e il condono: per liberare le carceri e renderle meno disumane perché fanno schifo».
Grillo e l’indagine sul Pd
Un invito a guardare nelle zone d’ombra tra politica e istituti di credito giunge anche da Beppe Grillo, che propone «di mettere sotto inchiesta tutti i vertici del Pd dal 1995 ad oggi per il caso Mps». Immediata replica di Pier Luigi Bersani: «Si vede la voglia di mandare in galera, come facevano i fascisti. Attenzione, che noi non ci impressioniamo, sappiamo che il populismo può nascere da qualsiasi parte, anche da ottime motivazioni, ma poi arriva sempre a destra».
La memoria di Ingroia
«Non mi stupisco del sostegno di Napolitano a Monti. Ha sbagliato ancora una volta dopo il ricorso alla Consulta sulle intercettazioni», dice l’ex pm di Palermo Antonio Ingroia, leder di Rivoluzione civile. Ingroia sostiene che «le intercettazioni con Mancino sono nel mio archivio mentale e nello stesso momento in cui verranno distrutte, verranno distrutte anche dalla mia memoria. In caso di distruzione, ci sarà l’autodistruzione anche nel mio cervello».
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