«Telefonate per ostacolare le indagini»

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ROMA — Sono passati anche dal Consiglio superiore della magistratura i tentativi del presidente di Finmeccanica di «porre ostacoli all’espletamento dell’attività  investigativa». È l’accusa del giudice che ha fatto arrestare Giuseppe Orsi: voleva far nominare un procuratore di Busto Arsizio — sede vacante — in sostituzione del pubblico ministero applicato Luigi Fusco «che si era mostrato eccessivamente zelante», nella segreta speranza che il nuovo capo dell’ufficio lo avrebbe «di fatto esautorato». Di qui le presunte manovre che la mattina del 24 settembre scorso si sarebbero attivate in una riunione tra Orsi, il suo avvocato e due ex magistrati dalle autorevoli relazioni, assunti da Finmeccanica come consulenti: Giuseppe Grechi e Manuela Romei Pasetti, già  presidenti delle Corti d’appello di Milano e Venezia, entrambi con un trascorso al Csm.
Durante l’incontro, sottolinea il giudice nell’ordine d’arresto per il presidente di Finmeccanica, «vengono registrate tre telefonate verso un’utenza verosimilmente in uso a persona in servizio presso il Csm, colloqui vertenti sulla pratica riguardante la copertura del posto di procuratore di Busto Arsizio. Di identica natura è la successiva telefonata (sempre dal telefono della Romei Pasetti, ndr) verso il numero in uso a Napolitano Luisa», altro magistrato, ex componente dell’organo di autogoverno dei giudici. Agli atti dell’inchiesta ci sono pure le telefonate dello scorso anno nelle quali Orsi e la Romei Pasetti parlano della nomina della ex magistrata, pronta a dimettersi da capo di un Dipartimento al ministero della Giustizia per passare a Finmeccanica: «Ciao, per dirti che ho fatto tutto, ho dato le dimissioni, dal primo aprile sono pronta», gli dice lei il 15 marzo. E Orsi, il 27 dello stesso mese: «Abbiamo fatto il consiglio e hanno approvato la tua nomina», quasi scusandosi per l’esiguità  del compenso di 30.000 euro: «È irrisorio, però intanto è il primo passo». In un’altra telefonata sembra volerla rassicurare: «Qualche ora di lavoro al mese».
La ex magistrata ha il compito specifico di trattare le questioni relative alla legge 231, che estende alle persone giuridiche la responsabilità  per reati commessi dalle persone fisiche che lavorano per l’azienda. Ma secondo il giudice di Busto Arsizio s’è occupata anche di altro. Da un’intercettazione dell’8 agosto, sottolinea, «si evince la volontà  di contattare» il pm titolare dell’inchiesta «con lo scopo di carpirne la strategia investigativa, a prescindere dall’operato del difensore di fiducia dello stesso Orsi». Nella conversazione la Romei Pasetti parla di contatti con l’avvocato Amodio, il legale di Orsi, e di «un appuntamento intorno al 29 agosto… adesso devo decidere se è meglio che faccia prima io o lui, devo un momento pensare bene qual è il passo giusto».
Appena queste notizie sono cominciate a circolare, a palazzo dei Marescialli — sede di un Csm già  scosso nei giorni passati dal forte richiamo del presidente Napolitano per i ritardi nelle nomine ai vertici degli uffici giudiziari causati anche dai giochi correntizi — è salita l’inquietudine. E il consigliere «togato» Riccardo Fuzio, che guida la commissione incarichi direttivi, ha chiesto al vicepresidente Vietti di disporre «una urgente attività  di chiarimento». Proprio il nome di Vietti, lo scorso anno, era stato inserito in un’informativa dei carabinieri come una delle persone contattate dalla Romei Pasetti «per discutere verosimilmente della sua vicenda giudiziaria pendente a Napoli»; la stessa poi trasferita a Busto Arsizio.
Vietti, che conosce la ex magistrata da molto tempo, ha precisato di non aver mai discusso con lei di questioni legate all’inchiesta su Finmeccanica. «Nessun consigliere o magistrato in servizio al Csm, tantomeno il vicepresidente, risulta coinvolto nella vicenda dell’ordinanza cautelare emessa nei confronti di Orsi», ha comunicato ieri mattina al plenum del Consiglio. Subito dopo ha fatto svolgere accertamenti sul numero contattato in settembre dalla Romei Pasetti e riportato nel provvedimento del giudice. Il telefono è assegnato a un impiegato del Csm, Alessio Orlando, collaboratore di Paolo Corder, il «togato» eletto come indipendente rispetto alle correnti della magistratura; nella scorsa consiliatura Orlando era stato l’assistenza di Luisa Napolitano, e tra i conoscitori di schieramenti interni al mondo dei giudici sono noti i legami di appartenenza alla stessa «cordata» (distaccatasi dal gruppo di Unità  per la costituzione) tra Romei Pasetti, Napolitano e Corder.
«Se ho fatto quelle chiamate è stato solo per conoscere un’informazione pubblica, e cioè chi fossero i candidati alla Procura di Busto — spiega ora Manuela Romei Pasetti —. A Finmeccanica era stata notificata l’applicazione della legge 231, e io che mi occupo di quello potevo avere la preoccupazione che una materia così delicata fosse trattata con la dovuta attenzione da un magistrato competente, come peraltro considero il dottor Fusco. E forse a Luisa Napolitano avrò chiesto se conosceva qualcuno dei nomi che il collaboratore del Csm mi aveva fatto. Mai pensato di influenzare alcunché, né di sviare le indagini». Per la cronaca, la Procura di Busto Arsizio è ancora vacante. A dicembre la commissione del Csm ha indicato tre nomi sui quali si sono divisi i sei consiglieri che ne fanno parte. Il presidente Fuzio ha fatto sapere al plenum che «la pratica è stata discussa con i tempi e i criteri ordinari, e nessuno ha prospettato alcun tipo di interferenza».


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