by Sergio Segio | 16 Febbraio 2013 8:19
Anche l’Ocse interviene nella campagna elettorale italiana, a sostegno di Mario Monti. Durante la riunione dei ministri e dei governatori del G20 in corso a Mosca, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ieri ha diffuso il rapporto «Going for Growth» (Obiettivo crescita) nel quale individua le riforme strutturali per rilanciare la crescita nei 34 paesi aderenti. A differenza del precedente rapporto, quello del 2013 contiene una serie di raccomandazioni all’Italia sull’istruzione scolastica e universitaria. L’Ocse auspica l’aumento delle tasse universitarie e chiede di introdurre «un sistema di prestiti per studenti con rimborso condizionato al reddito», cioè il «prestito d’onore», un istituto creato dalla riforma Gelmini. C’è anche un invito pressante a potenziare il sistema della «valutazione nella scuola secondaria cercando di convincere gli insegnanti dei suoi benefici».
Questa osservazione non è casuale. L’Ocse sembra conoscere l’ostilità dei docenti italiani rispetto alle prove Invalsi e al progetto di introdurle nell’esame di maturità , vincolando l’accesso ai corsi universitari – il 54% dei quali sono già a numero chiuso – al voto finale. L’obiettivo è chiaro: smantellare l’istruzione terziaria in Italia restringendo l’accesso ai «meritevoli», cioè a coloro che causalmente, o per vero talento, sono capaci di rispondere ai quiz somministrati dall’Invalsi. L’insistenza del rapporto sulla valutazione scolastica conferma la centralità conferita a questo ente dalla riforma Gelmini. L’approvazione della bozza di regolamento avvenuta ieri al Senato procede velocemente in questa direzione.
L’Ocse aggiunge che il sistema scolastico italiano produce «scarsi risultati nonostante l’elevato livello di spesa», ma non pronuncia una sola parola sugli 8,5 miliardi di euro di tagli alla scuola, o i 960 milioni di euro tagliati all’università che sembrano ormai accadimenti naturali, non meritevoli di una citazione. Forse perché i 10 miliardi di euro tagliati vanno recuperati con le tasse che sono già aumentate in 31 atenei su 61 nel 2011? Questo aumento è stato dimostrato da una ricerca dell’Unione degli Universitari (Udu). Le tasse universitarie sono già aumentate nel 50% degli atenei. All’università di Bergamo del 41,7%, a Ca’ Foscari di Venezia del 36%, a Milano Bicocca del 30,5%, a Bologna del 28,4%. L’annunciato, ma non scontato, default di 20 atenei rischia di aumentare queste percentuali tra il 2013 e il 2014.
L’Ocse si raccomanda inoltre di implementare il contratto di apprendistato a cui il ministro del Welfare Fornero e quello dell’Istruzione Profumo tengono molto, al punto di averlo introdotto tra i 15enni, nel dottorato di ricerca ed esteso fino ai 29 anni. L’apprendistato è il contratto sul quale puntano Cgil, Cisl e Uil e Confidustria, che hanno sottoscritto un documento d’intenti, oltre allo stesso Pd, come ha confermato Cesare Damiano.
L’organizzazione che ha sede a Parigi è anche al corrente del diffuso malcontento sulla riforma Fornero che ha implementato la precarietà , in particolare i contratti a somministrazione, aumentando al 33% entro il 2018 i contributi della gestione separata Inps per le partite Iva, l’Ocse chiede «maggiore flessibilità in entrata e in uscita dal mercato del lavoro riducendo il ricorso ai contenziosi legali, il tutto sostenuto però da una più ampia rete di protezione sociale». Sembra di ascoltare Pietro Ichino che, in un’intervista rilasciata sul sito www.actainrete.it conferma che la riforma Fornero sulle partite Iva è stata rimandata al giugno 2014. Praticamente è stata neutralizzata nei suoi aspetti più incresciosi. Nel rapporto c’è anche una denuncia del «dualismo» del mercato del lavoro che in Italia contrappone i dipendenti ai precari: «L’eccessiva tutela del posto di lavoro per alcune forme contrattuali e una rete di protezione sociale piuttosto frammentata hanno creato un mercato del lavoro duale che ostacola una distribuzione efficiente della forza lavoro». Va inoltre proseguita la lotta all’evasione, ma la strada per la crescita «resta piena di ostacoli». Poi una stoccata al programma elettorale di Berlusconi: «niente condoni tombali» si raccomanda l’Ocse. La «catastrofe» economica è stata evitata, ma bisogna proseguire sulla strada della precarizzazione del lavoro, dell’indebitamento individuale e dell’aumento dei costi dell’istruzione.
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