Londra limita il welfare per gli immigrati europei Meno sanità  e servizi

by Sergio Segio | 15 Febbraio 2013 8:03

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LONDRA — Il farmacista indiano sì, il muratore bulgaro no. La politica dei conservatori sull’immigrazione è selettiva, se non a fatti, a parole. Alla vigilia di un importante viaggio a New Delhi, David Cameron sottolinea la sua passione per il cricket e l’amore per il curry speziato. Si prepara a partire con frasi conciliatorie: «Non c’è un limite al numero di studenti indiani che possono frequentare l’università  nel Regno Unito, così come non c’è limite al numero di persone che dopo la laurea possono fermarsi a lavorare qui». Ben diverso il messaggio che Cameron vuole mandare a Romania e Bulgaria a pochi mesi dalla loro inclusione nel trattato di Schengen. In Gran Bretagna fa freddo, piove e c’è la nebbia, ma soprattutto mancano quei sussidi sociali e legali che a lungo hanno reso il Regno Unito una meta particolarmente gettonata.
Per gli osservatori politici, la strategia è chiara. Cameron guarda a Sud-Est. Con l’Europa in crisi ha bisogno di nuove alleanze, di «relazioni speciali» con economie in crescita che possano rappresentare alleati interessanti in futuro. Ecco dunque la retorica pre partenza. Il viaggio a New Delhi è mirato a stimolare il commercio angloindiano. Le sue frasi hanno un senso, anche se in realtà  studenti e laureati indiani non godono di un trattamento preferenziale. Chi vuole studiare in Gran Bretagna può farlo, qualsiasi sia la sua nazionalità . L’importante è che abbia un posto all’università  prima di arrivare nel Regno Unito. Una volta conseguita la laurea può fermarsi a lavorare: basta che abbia un contratto con uno stipendio superiore alle 20.000 sterline lorde. Il discorso vale per tutti gli extracomunitari.
Vale invece per tutti i comunitari il giro di vite sui sussidi. Cameron ha bisogno di abbassare la spesa pubblica. I tagli per i cittadini in Gran Bretagna sono stati feroci. Adesso nel mirino c’è, per usare una frase di Cameron cara ai conservatori, il «benefit tourism». Chi vuole raggiungere la Gran Bretagna solo per usufruire del suo servizio sanitario e dei benefici di disoccupazione farà  bene a ripensarci.
Il sottosegretario per l’Immigrazione Mark Harper ha sottolineato che «non si tratta di riforme che si possono attuare a breve termine e senza il pieno rispetto della legge europea», ma ha aggiunto che rispetto alla situazione attuale «c’è spazio per qualche manovra correttiva», indirizzata soprattutto a quei 75.000 emigrati l’anno che da Bulgaria e Romania, stando all’organizzazione Migration Watch, raggiungeranno il Regno Unito, ma anche a italiani, francesi e tedeschi. Come primo passo verrà  tagliata l’assistenza finanziaria a chi si batte per vie legali contro l’espulsione e possibilmente anche il sussidio per il turista o l’emigrato che durante la permanenza in Gran Bretagna finisce in carcere.
Paola De Carolis

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