«La Fiat non ci spaventa»

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«La decisione della Fiat di «pagare i 19 lavoratori purché non siano presenti in fabbrica conferma una esplicita scelta discriminatoria nei confronti dei lavoratori della Fiom» nello stabilimento». Il segretario della Fiom, Maurizio Landini, è netto nei confronti della scelta della Fiat di mettere i 19 operai reintegrati fuori dalla produzione, pur continuandoli a retribuire. «È necessario che le istituzioni intervengano – prosegue Landini -Non è un problema soltanto sindacale, perché in questo modo si violano le leggi e i principi costituzionali».
Proprio per questo motivo, la Fiom prosegue nel suo «doppio binario» di attività  sindacale affiancata all’azione nelle aule giudiziarie: linea che peraltro le ha fruttato numerose condanne del comportamento antisindacale della Fiat, il ritorno in fabbrica di numerosi iscritti e, soprattutto, del proprio «logo» dentro gli stabilimenti. In passato tenuto pervicacemente fuori da parte di Sergio Marchionne, che applicando alla lettera l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, aveva escluso i metalmeccanici Cgil dai tavoli di trattativa, in quanto non firmatari di contratto, al contrario di Cisl e Uil.
«La Fiom – annuncia dunque Landini – è pronta a mettere in campo tutte le azioni giuridiche e sindacali per impedire il perdurare di una situazione non più accettabile. Pagare per non lavorare, quando ci sono dipendenti in cig e persone che non hanno lavoro, è una doppia offesa alla dignità  e un atto di arroganza inaccettabile. Siamo di fronte a un ennesimo comportamento antisindacale e discriminatorio».
Secondo il segretario generale della Fiom, il comportamento di Sergio Marchionne «è uno schiaffo alla dignità  di questo Paese». Il sindacato chiede «un intervento diretto di istituzioni, governo e forze politiche» : «Il loro silenzio è inaccettabile – ha aggiunto Landini – L’azienda non può godere di extraterritorialità . Si deve mettere fine a questa commedia. Non chiediamo di difendere noi – ha insistito – ma il lavoro e il sistema industriale dell’Italia». Il leader della Fiom ha dunque ribadito l’appello alla politica e a chi si candida alle prossime elezioni: «È ora che tutti si assumano le loro responsabilità ».
La Fiom commenta anche l’intervista comparsa ieri su Repubblica, in cui Marchionne definisce il piano «Fabbrica Italia», annunciato nel 2010 con ben 20 miliardi di investimenti, «lo sbaglio più grande che ho fatto io in Fiat. Lo ammetto pubblicamente: è stata veramente un’imbecillagine». Landini coglie ovviamente la palla al balzo: «Non è normale dichiarare che il Piano Fabbrica Italia è stato un errore. Dire che ci siamo sbagliati è un errore, una truffa nei confronti dei lavoratori». «È un errore – prosegue il leader della Fiom – raccontare che tra 4 anni andrà  a tutto a posto perché invece si continua a mettere i lavoratori in cig.E chi ci crederà  sarà  soltanto un irresponsabile: il rischio vero è che nel futuro raccoglieremo solo macerie».
In un’altro brano dell’intervista, Marchionne aveva dato una prospettiva ottimistica del futuro occupazionale italiano, affermando che non verranno chiusi stabilimenti, e che entro 3-4 anni, o «anche più velocemente» addirittura., tutti i lavoratori rientreranno a regime Lo stesso per Mirafiori: nessuna preoccupazione che chiuda, produrrà  Alfa Romeo (marchio che peraltrol’ad Fiat nega di voler vendere) e Maserati. Mentre la Punto rimarrà  a Melfi.Quanto alla Panda, «grande protagonista» dell’ultima stagione e che è destinata a Pomigliano, si ripresenterà  in futuro con una versione più voluminosa, una Panda X. La Fiat conferma quindi di voler sempre più abbandonare il segmento del low cost, per buttarsi sulla fascia medio-alta e del lusso.
Conferma anche della volontà  di acquistare Chrysler per intero, entro il 2014, quando si sarà  risolto il contenzioso sul valore da attribuire alla quota ancora in mano al Veba fondo di investimento del sindacato. Un marchio che «rimarrà  essenzialmente americano» – promette Marchionne – come Fiat manterrà  la sua «testa» e parte della produzione in Italia e in Europa.
Infine, a Marchionne che dice che «prima di Landini non c’erano problemi con la Fiom», Landini ribatte: «Neanche io ho problemi con lui, piuttosto è Fiat che pone problemi al Paese».


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