Lettera al popolo delle primarie Bersani gioca la carta dei volontari

by Sergio Segio | 4 Febbraio 2013 7:12

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ROMA — Pier Luigi Bersani scatena «l’arma atomica», quella che «farà  vincere le elezioni al Pd». Per nulla impressionato, almeno all’apparenza, dalla proposta choc di Berlusconi sulla restituzione dell’Imu, il segretario spedisce un milione di lettere agli elettori delle primarie e avvia la fase finale della campagna per Palazzo Chigi: la mobilitazione del «popolo» dei progressisti.
Il «mail bombing» bersaniano è partito due giorni fa, un bombardamento elettronico casella per casella con cui il leader democratico spera di trasformare in militanti il maggior numero possibile di elettori, già  fidelizzati dai gazebo. «Cara elettrice, caro elettore, con le primarie abbiamo bucato il muro del silenzio che per anni aveva circondato le nostre iniziative…». Su carta intestata del comitato elettorale «Bersani 2013 — L’Italia giusta», il segretario arruola gli elettori delle primarie per «i giorni finali della campagna» e chiede a tutti una mobilitazione straordinaria: «Voi avete già  partecipato alla costruzione di un nuovo modo di fare politica… Ora potete essere decisivi, con il vostro impegno…».
Alla missiva firmata dal leader è allegato un questionario, con il quale il Pd conta di arruolare i nuovi volontari. Domanda numero uno: «Sei disponibile ad attivarti in prima persona per la campagna elettorale?». Non si tratta di una trovata estemporanea ma di una strategia nella quale il leader che ama «guardare la gente all’altezza degli occhi» crede molto. Nico Stumpo, l’uomo che guidò la macchina delle primarie, sta organizzando due weekend di mobilitazione nazionale con oltre diecimila piazze presidiate, il 9-10 febbraio e il 16-17 febbraio. E se molti pensano che Bersani abbia esagerato nel puntare sul basso profilo, il segretario tira dritto per la sua strada e non annuncia sorprese. «Non si dica che il Pd non ha proposte, perché questo non posso accettarlo» avverte alle sette di sera al Tg3. Intervistato da Bianca Berlinguer, Bersani sciorina in pillole il programma del suo partito e ricorda che il Pd vuole alleggerire l’Imu sulla prima casa, in particolare per gli italiani che hanno redditi più bassi e per chi paga un’imposta fino a 500 euro. Una agevolazione che si può finanziare con un prelievo «graduale e progressivo» sui grandi patrimoni immobiliari: «Vogliamo parlare di cose serie o, di nuovo, raccontarci favole?». La proposta choc di Berlusconi per i democratici è diventata «propostasciocc», un tormentone che imperversa su Twitter. E il sito del partito ha dedicato all’annuncio del Cavaliere una copertina sberleffo ispirata al football: «In America il Super Bowl, in Italia la Super Balla».
Sul tema delle alleanze sono in molti a temere che la frattura con Monti sarà , dopo il voto, difficilmente ricomponibile. Prova ne è la frase di ieri del leader di Sel Nichi Vendola: «Considero Monti un avversario da battere. Ai miei elettori dico che un governo con Sel e Monti in natura non è immaginabile». Ma Bersani si dice «tranquillissimo» e conferma che si confronterà  con i centristi anche se le urne dovessero premiarlo con il 51 per cento, però avverte: «Saremo aperti, ma al dunque bisognerà  registrare le posizioni. Si discuterà , perché se la priorità  degli altri è aprire una rissa su un aspetto o quell’altro dello Statuto dei lavoratori, discutere diventa molto difficile». La disoccupazione è la sua ossessione: «Abbiamo un problema in Italia che è il lavoro, non divaghiamo». E quindi il tema non è l’intoccabilità  o meno dello Statuto dei lavoratori, ma l’urgenza di rispondere ai troppi che un mestiere non riescono a trovarlo.
Bersani non sembra preoccupato per una campagna elettorale che, anche nel Pd, alcuni giudicano troppo cauta e priva di effetti speciali. È sicuro che la sua scelta di «serietà » verrà  premiata, ai danni di chi continua a «raccontare favole». Anche per questo ha rinunciato al fitto tour internazionale che aveva in programma. Domani volerà  a Berlino per incontrare riservatamente il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schà¤uble. E sarà  l’ultima tappa estera prima del voto.

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