by Sergio Segio | 1 Febbraio 2013 7:51
Una flessione negativa dell’8 per cento, secondo i dati forniti dalla Banca d’Italia, attribuibile alla recessione. Per l’Ocse nel biennio 2010-2011 l’occupazione fra gli immigrati è, infatti, diminuita del 3,3 per cento, il triplo rispetto alla media dei cittadini italiani.
L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea in termini di volume delle rimesse inviate dagli immigrati fuori dai confini comunitari mentre, calcolando anche i flussi interni al Vecchio Continente, con una quota del 19 per cento, è il
secondo mercato dopo la Francia. A beneficiare dei flussi di denaro inviati dai circa sei milioni di immigrati presenti in Italia, sono soprattutto l’Europa dell’Est, l’Africa, l’America Latina e il Sud-Est Asiatico. Con un miliardo e 280 milioni Roma ha il record di trasferimenti verso la Cina, seguita da Filippine e Romania. Stesso scenario a Milano, dove si registra anche una maggiore incidenza verso Perù e Ecuador. A Napoli invece va il primato per le rimesse in Ucraina.
Milioni di famiglie nel mondo dipendono dal lavoro degli stranieri in Italia. Famiglie che nel corso del 2013 potranno tirare un sospiro di sollievo. Secondo le stime della Banca Mondiale la flessione delle rimesse italiane dell’ultimo anno è passeggera. Nel 2013 si attende una ripresa del flusso dei trasferimenti dall’Italia come dal resto d’Europa.
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