LE STRATEGIE DELLA MALINCONIA

by Sergio Segio | 4 Febbraio 2013 8:19

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Ma una raccomandazione così vaga e generica non fa che colpevolizzare le persone già  coinvolte nella tragedia, senza aggiungere nulla alla comprensione e alla prevenzione dei fatti. È giusto intercettare i segnali di disagio mentale appena insorgono ma per leggerli e interpretarli la sensibilità  non basta, occorre conoscere l’alfabeto e la grammatica che li organizza. A questa esigenza risponde, quanto mai opportunamente, un libro atteso da tempo, I segreti della mente (Rizzoli, pp. 360, 18) scritto dal grande psichiatra Vittorino Andreoli, noto sia come autore di saggi che hanno interpretato la nostra epoca sia come direttore della collana «Biblioteca della mente». Il testo, di pregevole divulgazione, si propone di favorire la prevenzione dei disturbi mentali tramite la loro precoce individuazione.
Non si tratta solo dei malesseri più gravi ma anche dei disagi che s’incontrano ogni giorno come la malinconia, l’ansia e, nei bambini, le difficoltà  di attenzione, l’ipermotilità , i tic, l’insonnia. Rivolto a tutti, il saggio procede nella convinzione che tra salute e malattia mentale non vi sia contrapposizione in quanto la patologia dipende soltanto da una eccessiva intensità  dei medesimi elementi. La paura, ad esempio, uno stato di allerta funzionale alla sopravvivenza dell’individuo, diventa negativa solo quando, come negli attacchi di panico, annulla le capacità  di adattamento necessarie per vivere nel mondo. Di solito la crisi acuta è preceduta da indizi che, non essendo riconosciuti, si aggravano diventando sintomi e i sintomi, aggregandosi, si trasformano in disturbi funzionali. Le cause possono essere obiettive — biologiche e ambientali — e soggettive, derivanti da esperienze personali. Senza avere la presunzione di svelare «i segreti della mente», Andreoli mette ordine nella varietà  delle disfunzioni psichiche inserendole in uno schema esplicativo semplice e convincente che comprende quattro strategie: la negazione del mondo (schizofrenie), la fuga dal mondo (depressione e dipendenze), la maniacalità  (esaltazione dell’io), il minimalismo (chiusura esistenziale).
Nella seconda parte il saggio, aprendo un ambito sinora riservato agli specialisti, insegna a cogliere e decifrare, sin dal loro insorgere, le manifestazioni del malessere mentale. Ma le conoscenze così acquisite, premette Andreoli, non autorizzano i lettori a cimentarsi con diagnosi e cure «fai da te». Servono piuttosto a favorire il dialogo tra paziente e medico considerando il disturbo psichico non una fotografia statica, ma una narrazione filmica che può in ogni momento mutare il suo svolgimento.
Ogni capitolo prende in esame una categoria di disfunzioni, ne descrive le manifestazioni, le suddivide in quadri sintomatici e le esemplifica nella storia di un malato, che può essere anche un personaggio famoso, a riprova che il disturbo mentale non è una vergogna da nascondere. Una trattazione particolare è dedicata ai disagi psichici nelle varie fasi dell’evoluzione umana, dall’infanzia alla vecchiaia. Il quadro si completa con una descrizione dei fattori ambientali che possono causare patologie mentali (le abitazioni, gli spostamenti, gli spazi del lavoro e del divertimento). E si conclude con alcune riflessioni sugli ambiti e i percorsi di cura dei disagi e dei disturbi della mente.
Una ricca e articolata batteria di indici consente infine di utilizzare questo ricchissimo testo per una consultazione mirata, una sorta di «dialogo personalizzato» che infrange il senso di solitudine e di abbandono che spesso accompagna l’esperienza della malattia mentale.

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