Le parole del Pontefice
Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà , dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20.00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio.
Benedictus PP XVI
Related Articles
Razzismo. «Maledetta ladra», Salvini scatena il linciaggio social contro una donna rom
Una donna arrestata mentre rubava un portafogli: il ministro inveisce su Facebook
I pm: associazione a delinquere per spartirsi i fondi del Lazio
ROMA — Il «sistema Fiorito» non era solo frutto della fame di potere e soldi che muoveva l’attività — tra molte virgolette «politica» — dell’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio. E non si alimentava solo della remissività dei fedeli servitori, controllori che non controllavano, il duo Pierluigi Boschi e Bruno Galassi succedutisi nel ruolo di segretari.
Un elettore su quattro non andrà ai gazebo
MILANO — Quello che conta, certo, è vincere. Ma i candidati alle primarie del Pd hanno anche bene in mente quanto sia importante partecipare: o meglio, la partecipazione alle consultazioni dell’8 dicembre.